Boosta, tastierista dei Subsonica: così divento professore di Amici

Boosta, tastierista dei Subsonica: così divento professore di Amici
di Marco Molendini
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Domenica 13 Novembre 2016, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 13:55

Musicista intelligente, curioso e dinamico Davide Dileo, meglio noto come Boosta, colonna, tastierista e fondatore dei Subsonica, stavolta ha fatto tutto da sé, lontano dalla casa madre: «Avevo bisogno di prendere fiato dai Subsonica, del resto quello di avere spazi liberi è uno dei segreti della durata della nostra band» ci ha raccontato durante una visita al Messaggero, nata per parlare del suo primo album solista, La stanza intelligente, e che ha finito per raccontare anche un altro suo progetto solitario, quello di diventare professore di Amici, incarico che fortifica lo strano legame fra talent e musicisti indipendenti (vedi Manuel Agnelli degli Afterhours ingaggiato, e con successo, a X Factor).
 




«Maria De Filippi me lo ha chiesto e ho accettato subito» rivela Davide. E aggiunge: «Mi diverte avere l'occasione di poter trasmettere le mie esperienze a giovani musicisti. Mi sembra un bell'impegno. Ma non ho nulla da insegnare, piuttosto da raccontare».
DEBUTTO
Intanto, però, forte della sua esperienza ventennale on the road, eccolo occuparsi della sua prima creatura musicale individuale, che mette subito in evidenza una differenza sostanziale dal clima musicale frequentato dai Subsonica: «Mi ritrovo felicemente a essere, a quarant'anni, un esordiente e la cosa mi provoca una scossa garbata di adrenalina. Anche perché, per la prima volta, appunto, mi ritrovo senza lo scudo di un gruppo e anche senza la maschera dell'elettronica».
 



In effetti, come racconta Boosta, la differenza più sensibile con la musica della band torinese sta proprio qui: «Questo è un album molto acustico ed elettricco, suonato con strumenti veri, anche se poi evidentemente si ritrovano tratti di scrittura comuni con quelli dei Subsonica», spiega. Non solo, Boosta ha radunato per l'occasione anche una bella sfilza di protagonisti della scena musicale nazionale, da Malika Ayane, Marco Mengoni, Nek, Raf, Luca Carboni ed Enrico Ruggeri coi quali ha interpretato i tredici pezzi del disco: «Ho dato fondo alla mia rubrica, chiamasndo praticamente tutti gli amici. Avevo voglia anche io di fare i miei duetti. Ma soprattutto mi ha divertito usare i miei ospiti fuori da quelli che sono i loro contesti abituali. E loro si sono prestati con estrema leggerezza. È stato come giocare con tanti amici in una stanza piena di giochi», racconta.
 

L'album, il cui titolo è preso in prestito dal libro dello studioso americano La stanza intelligente (ovverosia il web), è uscito praticamente in concomitanza col singolo solista di un altro dei Subsonica, il cantante Samuel (si chiama Il disco di Samuel). Inevitabile il sospetto che le fughe centrifughe possano mettere in crisi il futuro di una formazione attivissima nella scena musicale da un ventennio e diventata popolarissima: «Sono progetti che rientrano nella logica delle sacche di resistenza singola, che appunto è il segreto della longevità della nostra band. Le fughe anzi sono rigeneratrici, servono anche a dare linfa ai Subsonica che resta la nostra astronave madre», tranquillizza Boosta, che resta assolutamente orgoglioso del passato vissuto con gli amici Max Casacci, Ninja e Samuel, un passato che ha fruttato la bellezza di quattordici album e una miriade di concerti: «È stato bello far parte della scena anni 90, l'ultimo periodo veramente creativo nella musica. Gli anni più recenti sono stati musicalmente vuoti».
 

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