Lo abbiamo apprezzato in tanti format di cui è stato autore e inviato, dalla famosa trasmissione di Davide Parenti al “Matrix” di Mentana, a “Presa Diretta”, fino alle sue ultime apparizioni su La7 con “Piazzapulita” di Formigli. Da lunedì 25 maggio e per sette settimane di fila scenderà in campo, anzi, in studio, per una nuova scommessa con i telespettatori, con questo “Beati voi”, raccolta di storie e testimonianze che attualizzano quello che fu il Discorso della Montagna tenuto da Gesù di fronte agli apostoli e a una gran folla di credenti in una località a nord del mar di Galilea vicino Cafarnao, le cui linee guida dottrinarie furono riportate nel Vangelo di Matteo e di Luca. Seppur, in questa seconda formulazione scritta, più corta della prima, alcuni abbiano visto una predicazione avvenuta in una occasione diversa.
Cosa rende “giornalisticamente” interessante questo discorso e particolarmente vibrante per le questioni sociali più calde della nostra contemporaneità? In quell’evento delle Sacre Scritture, ricorda Sortino, Gesù attribuì la “beatitudine” a tutta una serie di profili umani che, con maggiore evidenza, avrebbero potuto condividere il senso del dolore, della sofferenza, dell’esclusione, della Croce, raggiungendo un senso più alto di felicità e unione con se stessi perché direttamente implicati nell’esperienza della rinuncia e della resurrezione nel Regno dei cieli. Gesù proclama “beati” i poveri, gli afflitti, i misericordiosi, gli assetati di giustizia, i perseguitati, i puri di cuore, coloro che vengono insultati, coloro che vivono nel pianto, tutti quelli, insomma, che vedevano nelle loro stesse debolezze e nelle miserie inflitte dalla crudeltà altrui un viatico di salvezza e di avvicinamento agli insegnamenti della perfetta identità cristiana. Non a caso le beatitudini nascono in simmetrica opposizione ai sette peccati capitali, là dove l’accidia, la vanagloria, l’ira, la lussuria e altri baratri della carne e dell’anima corrodono dall’interno la persona e la allontanano da Dio.
“Ho voluto capire se è attuabile questo sentirsi beati, questa proposta di felicità che agisce sul contrario di quello che ci si aspetta, che si innesta proprio sul sentirci fortemente limitati dalla vita. Sono beati i poveri? Si può essere sorridenti, soddisfatti, appagati dentro di sé anche se non si possiede nulla o quasi? E i ricchi che meriterebbero l’inferno, allora? Domande a cui io non ho risposte, ed è per questo che si alterneranno nel programma le esperienze dirette di persone che ci verranno a raccontare le “loro” beatitudini e questa idea di sacro umano in cui consiste il vero senso del portare la croce sulla terra”, dice il popolare conduttore.
Non è questione di essere genericamente “buoni”, sottolinea Sortino, ma di assolvere, evidentemente, a una doppia funzione: da un lato, osservare come il messaggio cristiano più profondo e significativo si incarni nelle vicissitudini dei singoli, dall’altro, farsi portavoce e protagonisti di una televisione che alle opposizioni radicali, alle rivendicazioni urlate e all’indagine giornalistica di tipo tradizionale, contrapponga un modello di lettura più intimista e di self-help, per così dire. “Bisogna agire sulle infrastrutture sociali che sono le uniche cose che ancora si tengono in piedi – considera il “roscio” inviato ai cui guizzi sardonici siamo da anni piacevolmente abituati -; abbiamo praticato il conflitto, scaricato le tensioni sempre verso l’alto, verso i palazzi e le istituzioni, e io stesso ho abbracciato questa voglia di scoprire le verità più scomode, con onestà e facendo, per così dire, le domande giuste. Adesso serve uno sguardo più orizzontale, fare opera di ricostruzione, capire che si ottengono risultati maggiori e più lungimiranti se si guarda a chi è vicino a noi”.
Una “mission” che Tv 2000 sembra aver abbracciato in vari programmi di nicchia, con la nuova gestione del palinsesto da parte di un sempre arrembante e “trasfigurato” Sortino e con la direzione di un altro pezzo da novanta come Paolo Ruffini, e che va passo dopo passo irrobustita e resa più prossima alle pulsazioni della società civile con un incremento di share attualmente attestato intorno allo 0,7% medio, ma con punte fino al 2% sui tg. Tv 2000 resta pur sempre una emittente il cui zoccolo duro è fatto di rosari, preghiere e angelus, ma se l’orizzonte si allarga e un’etica rinnovata ci porta a capire meglio cosa fluisce oggi nelle maglie del sociale e nei recessi della quotidianità e delle lotte di ognuno, la bandiera allora non può che essere passata di mano in mano e piantata sugli stessi territori desertificati della politica e della convivenza dove tutti cerchiamo nuova linfa.
Sortino utilizza una bella immagine, dai tratti inquietanti: i container, carichi di merce stoccata, inutile spesso, e serva del consumismo più effimero e accatastato. “Come la comunicazione oggi – ricorda -, fatta più di scatole vuote che di linguaggi vivi. Il mio intento è cercare e trovare qualcosa in queste gigantesche scatole”.
Cercare, dunque, domandare, interrogarsi, più che fornire risposte un tanto al chilo e ipermediatiche. Una voce nel chiassoso silenzio dei talk e delle news imperanti, che sembra giusto condividere in nome di una nuova polis, di una nuova polifonia, dove le ideologie, le ortodossie e le singole appartenenze tornino a rappresentare note di uno spartito collettivo, di un racconto sincero, che ci muove finalmente verso verità condivise. Anche, e soprattutto oggi, col telecomando in mano.