Alessia Fabiani, con "Ti presento mio fratello" per ridere sui pregiudizi. «Amo il teatro e ho detto no all'Isola dei Famosi»

Alessia Fabiani, con "Ti presento mio fratello" per ridere sui pregiudizi. «Amo il teatro e ho detto no all'Isola dei Famosi»
di Veronica Cursi
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Giovedì 26 Ottobre 2017, 18:01 - Ultimo aggiornamento: 18:36

Uno spaccato sui luoghi comuni. Napoli e Lugano: l'eterno duello tra ordine e disordine. E un dilemma:  possono due mondi diametralmente opposti riuscire a convivere? Tutto questo è "Ti presento mio fratello", la commedia in scena fino al 29 ottobre al teatro 'Tirso de Molina' di Roma, interpretata da un fantastico trio di attori: Alessia Fabiani, Stefano Sarcinelli e Peppe Quintale che ne ha curato anche il soggetto, per la regia di Peppe Miale.


Lo spettacolo è la storia di Stefano, 50 anni, napoletano che vive a Lugano da quando si è sposato 10 anni prima con Petra, una donna di trent’anni della Svizzera tedesca. Stefano, che ormai si è adattato perfettamente alle abitudini e alla vita del cantone, è un avvocato mentre Petra ha una galleria d’arte moderna. Stefano e Petra vivono una vita assolutamente normale e tranquilla e i loro tempi e modi sono sincronizzati con quelli della loro città.
Il rapporto tra i due è solo apparentemente felice, perché la coppia nasconde un dramma: non riescono ad avere figli. La “colpa” della loro infertilità non è stata ancora scoperta e Stefano vive con ansia il fatto che potrebbe non essere “buono” cioè sterile. Ma quando i due meno se lo aspettano, la vita di Stefano e Petra viene travolta da un evento inaspettato: l’arrivo del fratello di Stefano, Peppe.
 

Sul palco si ride sui pregiudizi e sulle diversità. Pregiudizi con cui nella vita anche gli attori hanno dovuto combattere. «La storia in realtà è autobiografica - racconta Quintale, che dagli anni delle Iene ha vissuto cento vite, ha fondato una tv mobile, lavorato al cinema, in televisione e ora si diverte ad allevare anche cavalli - Da anni vino in Svizzera e devo confessare che all'inizio da napoletano è stato un po' uno choc. Tutte quelle regole, l'ordine, il rigore. Ma devo confessare una cosa: lì dove tutti rispettano le regole ti senti meno idiota a rispettarle ed è fantastico. E' stato difficile inserirsi? Noi napoletani siamo bravissimi ad adattarci».

Alessia Fabiani, unica donna dello spettacolo, con i pregiudizi ci è cresciuta. Ne ha fatta di strada da quando era una letterina di Passaparola, una laurea, due figli, l'impegno a teatro e una certezza: «Per il momento ho chiuso con la tv. E lo dico ufficialmente: ho rifiutato la partecipazione all'isola dei Famosi, non sarò una delle concorrenti». «Non sono più la stessa di quando avevo 20 anni - afferma - e penso di aver abbattuto tutti i pregiudizi nei miei confronti. Le persone si evolvono, cambiano, altrimenti sarebbe triste. Non mi piace la televisione di questo momento storico, c'è molta superficialità, non si rende merito al merito di un'artista. In teetro ho trovato il mio centro. E poi mi permette di fare la mamma che è il mio primo lavoro».
 
«La differenza tra nord e sud - dice Sarcinelli - è una questione metale, un modo di vivere. Bisogna evitare i luoghi comuni, giudicare senza conoscere».  «Questo spettacolo - continua Quintale - in modo grottesco e simpatico, invita lo spettatore a un momento di riflessione, proprio sugli stereotipi. Colui che crede nei luoghi comuni non aziona il cervello».






Un ritorno al teatro, dopo tanti anni di televisione, che Quintale definisce "molto bello, perché l'arte teatrale, sì, è tra le più faticose che esistano, ma è anche quella che ti dà più soddisfazioni. Fare l'attore teatrale è il mestiere più bello del mondo. Il feedback è immediato. Non aspetti l'auditel, se fai bene te ne rendi conto subito, le persone ce le hai di fronte". Il fratello napoletano della commedia è stato pensato dalla stessa ex 'Iena': "Ho accettato di tornare sul palcoscenico perché ho scritto il testo del mio personaggio insieme a Sarcinelli e Luciano Fruttaldo. Mi sono messo in discussione per l'ennesima volta".

Per adesso nessun progetto in cantiere riguardo al futuro, ma Peppe Quintale non risparmia critiche ai produttori italiani per quello che ha vissuto: "Nel nostro paese gli artisti vengono trattati in modo provinciale, non puoi essere un artista a 360 gradi, devi fare televisione, oppure cinema, oppure teatro.
Solo in Italia esistono queste distinzioni. In Inghilterra, ma anche negli Stati Uniti ad esempio, devi - sottolinea il termine - essere uno showman completo. Perché imbottigliare il talento? - si chiede ancora Quintale - Non ha nessun senso. Se uno ha la fortuna di essere artista perché non sfruttarla?".

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