«Non sono un esperto di Internet, non sono un utente dei social - spiega Paolini - Non conosco la meccanica quantistica, né le neuroscienze e la fisica, né la robotica e le intelligenze artificiali. Ma tutto questo mi riguarda e mi interessa. So che la mia vita sta cambiando grazie o per colpa delle tecnologie di cui faccio uso anch'io come i miei simili. Provo a riflettere a voce alta su questo mettendo insieme piccole storie unite da un filo di ragionamenti.
Una volta, nelle veglie invernali si chiamavano “filò” le narrazioni degli anziani che raccontavano qualcosa di unico e prezioso. Senza presunzione di riuscirci ritengo necessario provare a narrare il nostro tempo crisalide».
Marco Paolini è attore, autore e regista, dagli anni settanta al 1994 fa parte di vari gruppi teatrali. È in uno di questi, il Teatro Settimo di Torino, che inizia a raccontare storie. Nascono così le sue raccolte, gli Album. Noto al grande pubblico per “Il racconto del Vajont”, si distingue quale autore e interprete di narrazioni di forte impatto civile e per la capacità di raccontare il cambiamento della società attraverso i dialetti e la poesia. Nel 1999 ha fondato la Jolefilm, la società con cui produce tutti i suoi spettacoli e con cui sviluppa la passione per il documentario e il cinema. Artigiano e manutentore del mestiere di raccontare storie, ha portato quest'arte antica al grande pubblico con memorabili dirette televisive. All'aspetto più propriamente sociale della sua poetica, Paolini ha abbinato il recupero in chiave narrativa dei dialetti e della narrativa popolare.
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