Il manager austriaco è riuscito a portare un gran numero di sponsor e anche soci alla Scala, che hanno permesso al teatro di chiudere negli anni il bilancio in pareggio anche con un aumento della produzione e quindi dei costi.
Se nel 2007 il budget era 105 milioni, nel 2017 è salito a 126,5 milioni. E avere un nuovo socio fondatore permanente garantirebbe almeno 3 milioni all'anno per i prossimi cinque anni.
D'altro canto, l'ipotesi di un accordo con il governo saudita ha lasciato perplesso più di un consigliere negli ultimi cda. Ed è arrivata anche una interrogazione parlamentare da parte del senatore Fi Maurizio Gasparri.
Il ministro della Cultura saudita Bader bin Farhan al-Saud era alla Scala per l'inaugurazione della stagione lo scorso 7 dicembre. E in una conferenza stampa sulle prossime tournée Pereira ha annunciato che si sta lavorando per portare Traviata in forma di concerto a Ryad. La soluzione potrebbe essere l'ingresso come socio del teatro di una compagnia petrolifera (la Saudi Aramco) ma i malumori in consiglio sono comunque evidenti.
Una riunione del cda è fissata il 18 marzo e prima si incontrerà il comitato ristretto (ne fanno parte i consiglieri Giovanni Bazoli, Francesco Micheli e Alberto Meomartini) che deve vagliare la ventina di candidature a successore di Pereira (tre gli italiani nell'elenco presentato dalla società di recruitement Egon Zehnder).
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