Strage di Capaci, sulla web tv del Massimo, le opere inchiesta di Palazzolo e Palazzotto: «Minate le fondamenta della democrazia»

Lo spettacolo Le parole rubate al Teatro Massimo di Palermo
di Simona Antonucci
5 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Maggio 2020, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 16:00

«Non è un magistrato. Né un politico. Ma un uomo “qualunque” che l’orrore delle stragi del ‘92 se lo sente addosso. Un palermitano che ha visto saltare Falcone e Borsellino e che non trova pace: porta sotto i riflettori domande senza risposta, mette in fila una serie di ricordi e ricostruisce una sua storia».
 

 


Un anno fa, il 23 maggio,  debuttava a Palermo, al teatro Massimo, storica sala d’opera italiana, I traditori, spettacolo-inchiesta, scritto da Gery Palazzotto (per vent’anni capo delle Cronache al Giornale di Sicilia) e dal cronista di Repubblica e sceneggiatore Salvo Palazzolo «per smascherare», spiegavano, «i retroscena del più atroce depistaggio della storia giudiziaria italiana»

Nel 28esimo anniversario della strage di Capaci, il 23 e il 24 maggio, la webTv del Teatro Massimo di Palermo propone ora uno speciale su entrambe le due opere-inchiesta “Le parole rubate” e “I traditori” di Gery Palazzotto e Salvo Palazzolo, che scavano nei misteri delle stragi Falcone e Borsellino. 


I traditori è infatti il seguito ideale delle Parole rubate, primo lavoro teatrale, sempre di Palazzotto e Palazzolo, incentrato sui 57 giorni che separarono le due stragi di Capaci e di via D’Amelio, diretto da Giorgio Barberio Corsetti: il monologo di un uomo che incastra i tasselli di un puzzle rimasto incompiuto per un quarto di secolo.

«Non si tratta di documentari», disse al debutto Palazzotto, «non facciamo archeologia giudiziaria. Noi sveliamo sul palco di un teatro molto coraggioso le trame di un sistema con cui mafiosi, servizi segreti e uomini delle istituzioni hanno minato le fondamenta della democrazia».

In
“I traditori”, in scena, insieme con l’attore Gigi Borruso (la regia è di Alberto Cavallotti), due pianoforti e un contrabbasso «perché la musica è intrecciata con la narrazione, è un’opera-inchiesta». La sirena di via D’Amelio che subito dopo l’esplosione continuò a urlare nelle televisioni degli italiani, qui diventa la base di una inquietante melodia (tre gli autori Marco Betta, Fabio Lannino e Diego Spitaleri), filo conduttore di una narrazione dolorosa.

Dai pizzini di Provenzano, a un indizio che porta alla cassaforte di Vito Ciancimino, dalle tracce di dna femminile alle deviazioni di parte dell’apparato investigativo, ogni rivelazione è accompagnata da documenti proiettati su uno schermo. «Quello che raccontiamo in scena», spiegava Palazzotto, «lo proviamo in diretta con le immagini».


I traditori è il seguito delle Parole rubate, sui 57 giorni che separarono le due stragi di Capaci e di via D’Amelio. Paolo Borsellino scende dalla sua auto blindata in via d’Amelio a Palermo, in una mano ha una sigaretta, nell’altra l’accendino. La borsa con la sua agenda rossa è in auto e lì rimarrà fin quando, due minuti dopo, Cosa Nostra farà esplodere una Fiat 126 imbottita di tritolo. Poi quell’agenda sparirà. «Da Capaci a via D’Amelio, la storia di quei giorni è il resoconto di un’epidemia di distrazione collettiva».

Dopo la sentenza di depistaggio si entra nel capitolo
Traditori. «Falcone, Borsellino, ma anche Dalla Chiesa, Cassarà: c’è un metodo del delitto a Palermo. Quando escono di scena i killer di Cosa Nostra, arrivano i traditori che sottraggono, manipolano. Fondamentale che un teatro autorevole trovi il coraggio di mettere in scena le prove di un grande inganno».

In contemporanea anche Rai Radio 3, sabato 23 maggio, a partire dalle 15, dedicherà l’intera trasmissione
Piazza Verdi al dittico prodotto dal Teatro Massimo. Sulla webTv del lirico, dopo una introduzione del Sovrintendente Francesco Giambrone,  ampi stralci de “Le parole rubate” e de “I traditori”, opere prodotte dal Massimo nel 2017 e nel 2019.

Sulla webTv “Le parole rubate” sarà trasmessa nella versione interpretata dall’indimenticabile Ennio Fantastichini,  mentre su Rai Radio 3 andrà in onda la versione blues della stessa opera, interpretata da Gigi Borruso con le musiche di Marco Betta, Fabio Lannino e Diego Spitaleri.

I due autori mostrano i risultati della loro indagine: dai computer di Falcone, violati nella sua stanza al Ministero, ai file più scottanti, ai quali il giudice teneva particolarmente, finiti per primi nelle mani dei depistatori. Contemporaneamente ricostruiscono la macabra danza di responsabilità attorno alla borsa di Paolo Borsellino e alla sparizione dell’agenda rossa. Ma l’indagine racconta anche cosa accadde in quei 57 giorni del 1992, tra la morte di Falcone e quella di Borsellino e dimostrano che c’è un metodo che unisce i più atroci delitti di mafia, dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Peppino Impastato, da Mauro Rostagno al commissario Ninni Cassarà.

Cala il sipario sull’indagine e calano anche i lenzuoli dai palchi, in una scena di grande emozione che rievoca quanto accadde nel 1992 quando molti palermitani esposero lenzuoli bianchi alle finestre in segno di protesta, dando inizio a quel grande movimento di ribellione della società civile da cui partì la rinascita della città.
 
E anche sabato 23 maggio 2020 dalle finestre del Teatro Massimo saranno esposti due lenzuoli bianchi come segno di testimonianza e memoria.

Con la seconda opera, “I traditori” - interpretata sempre da Gigi Borruso con le musiche di Marco Betta, Fabio Lannino e Diego Spitaleri, la regia di Alberto Cavallotti, il videomaking di Antonio Di Giovanni e Davide Vallone e la documentazione fotografica di Franco Lannino - Palazzotto e Palazzolo alzano il tiro della loro inchiesta.

Con l’ausilio di alcuni reperti della polizia scientifica, svelano il grande inganno del depistaggio delle indagini sulla strage Borsellino e ricostruiscono i 16 lunghi anni in cui i falsi pentiti inventarono colpevoli e moventi in quello che i giudici di Caltanissetta hanno definito “il più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana”.
Non resta che collegarsi a http://www.teatromassimo.it/teatro-massimo-tv-567/

© RIPRODUZIONE RISERVATA