Shechter: «Nel caos che ci circonda, il mio invito a lasciarsi andare alle emozioni»

Grand Finale di Hofesh Shechter al Teatro Olimpico di Roma dal 17 al 19 ottobre per Romaeuropa Festival
2 Minuti di Lettura
Martedì 16 Ottobre 2018, 17:18
Riconosciuto a livello internazionale come uno degli artisti più emozionanti della scena della danza contemporanea, noto per la composizione di partiture musicali d’atmosfera a complemento della fisicità peculiare delle sue coreografie, Hofesh Shechter torna al Romaeuropa festival: dal 17 al 19 ottobre al Teatro Olimpico con “Grand Finale”, nuovo attesissimo lavoro in prima italiana che l’autorevole quotidiano inglese The Guardian ha definito come un valzer per la fine dei tempi.

Il coreografo israeliano di base a Londra, attraverso il suo marchio distintivo ed esilarante, presenta uno spettacolo che combina insieme danza, teatro e musica guardando al passato e aprendo al contempo nuove strade.
Grand Finale è allo stesso tempo comico, cupo e meraviglioso, evoca un mondo in caduta libera, pieno di energia anarchica e commedia violenta.

Una danza ai confini del mondo al suono dell’apocalisse, che potrebbe sembrare distopica, ma con il tipico
black humour, firma del coreografo, nasconde un ottimismo leggero e fiducioso. È il talento di Shechter quello di analizzare ed esorcizzare, allo stesso tempo, i demoni del nostro presente.
«In ogni spettacolo tento di catturare il senso del tempo presente e di capovolgerlo, di mostrarne l’inverso - spiega Shechter - Nelle immagini e nelle sensazioni di Grand Finale riecheggia qualcosa del caos che ci circonda.
Noi, in quanto spettatori, non dobbiamo far altro che lasciarci trasportare dalle immagini e dalle emozioni, abbandonarci alla provocazione, al divertimento e dedicarci all’osservazione. Pensando al momento di crisi in cui viviamo, nessuno di noi si sente personalmente responsabile, siamo tutti osservatori. Ma in realtà ognuno è responsabile a suo modo
».

Eseguita da una potente tribù di dieci danzatori accompagnati da sei musicisti, la coreografia si completa della colonna sonora a cura dello stesso Shechter e si mescola al set ricco e spiccatamente teatrale, fatto di elementi mobili di Tom Scutt in questa audace e ambiziosa nuova opera. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA