Rossini negli Abbey Studios e Puccini debuttante: al via il Maggio Musicale

L'opera Ehi Giò che apre martedì 16 ottobre la stagione lirica del Maggio Musicale Fiorentino
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Lunedì 15 Ottobre 2018, 23:37
Un'opera contemporanea e nuova, firmata da Vittorio Montalti accanto alla prima opera di Giacomo Puccini. Sono questi gli elementi che vanno a comporre il dittico che apre la Stagione Lirica del Maggio Musicale Fiorentino, martedì 16 ottobre (repliche 20, 25 e 28 ottobre), affiancando presente e passato.

Ehi Giò. Vivere e sentire del grande Rossini di Vittorio Montalti - breve opera su libretto di Giuliano Compagno dedicata al Rossini dal giovane compositore, già Leone d'argento per la musica alla Biennale di Venezia del 2010 - sarà presentata in prima rappresentazione assoluta nella sua versione definitiva.

L'opera-ballo
Le Villi di Giacomo Puccini va in scena con un nuovo allestimento. Sul podio il maestro Marco Angius, Francesco Saponaro è regista e scenografo mentre le coreografie di sono affidate alla Compagnia Nuovo Balletto di Toscana e sono firmate da Susanna Sastro.

Da una parte dunque con
Le Villi, il Maggio prosegue nel percorso - avviato lo scorso anno proponendo La Rondine - che ha come obiettivo quello di far conoscere al pubblico le opere meno conosciute di Giacomo Puccini, dall'altra con Ehi Giò rafforza ulteriormente una consolidata consuetudine del teatro fiorentino, ovvero quella di proporre opere di nuova e nuovissima composizione.

Ehi Giò è l'opera di Vittorio Montalti dedicata a Rossini presentata a Firenze nell'anno in cui si celebrano i centocinquant'anni dalla morte del compositore marchigiano. Composta nel 2016, rappresentata per la prima volta al Teatro Lirico di Spoleto, Ehi Giò viene allestita a Firenze nella una versione definitiva. Nella breve opera Montalti, Leone d'argento per la Musica alla Biennale di Venezia nel 2010, ritrae un Rossini anziano che rivive alcune tappe del suo mito: dalla passione gourmand, all'ipocondria, dai nostalgici ricordi di una carriera folgorante e gloriosa, al male di vivere, vale a dire la depressione, che l'accompagnò sempre.

«Nella versione definitiva, commissionata quest'anno dal Maggio Musicale Fiorentino - dice il compositore Vittorio Montalti - ho avuto modo di rivedere il lavoro a diversi livelli: aggiunta di nuovi testi, revisione di alcuni passaggi vocali, nuova orchestrazione di diverse scene e revisione dell'elettronica. La nuova versione non modifica la struttura drammaturgica del lavoro ma ne sottolinea e amplifica alcuni aspetti». «E se il titolo dell'opera richiama Hey Joe, famoso brano di Jimi Hendrix del 1966 e Eh Joe, un dramma per la televisione scritto da Samuel Beckett nel 1965, due riferimenti significativi per la messa in scena - racconta il regista Francesco Saponaro -, lo spazio scenico si ispira al celebre Abbey Road Studios di Londra, luogo di sperimentazione e ricerca, che tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta, in pieno spirito underground, cambia radicalmente il modo di fare musica».

 Le Villi segna invece il debutto di Giacomo Puccini nel mondo dell'opera il maggio 1884, al Teatro dal Verme di Milano.
Testimone di una fase sperimentale della drammaturgia pucciniana, Le Villi è il cimento di un compositore appena ventiseienne, fresco di studi al Conservatorio di Milano, che sceglie di misurare le proprie capacità con un'opera di piccole dimensioni - tre soli i personaggi più il coro - e con un genere, quello dell'opera-ballo, molto apprezzato al tempo. «Le Villi è un esperimento di teatro totale che sembra anticipare le tecniche e gli espedienti narrativi del cinema, di cui pure è ricca l'intera opera di Puccini - aggiunge Saponaro - Ancora una volta sono gli anni Settanta a suggerire l'ambientazione ideale, e più precisamente il cinema dei grandi maestri, coi suoi ritratti di uomini perduti nella dissolutezza e abbandonati alla violenza pulsionale del sesso
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