Rigoletto sale sul Tir e guida l'OperaCamion: al via il nuovo tour a Roma e in tutta Italia

OperaCamion: il palco su un Tir che gira per le periferie romane
di Simona Antonucci
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Lunedì 4 Giugno 2018, 18:46 - Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 20:14

Il Duca vive in un tendone da luna park, tra trapezisti, giocolieri, ballerini. La casa di Sparafucile è la cabina di un Tir. Mentre Gilda sta segregata in una torre, dove l’ha rinchiusa suo papà, Rigoletto. «La visione totale della scena l’ho ricostruita con proiezioni video, telecamere che spiano nell’intimità dei vari luoghi e che consentono una seconda lettura della storia».



L’artista Gianluigi Toccafondo, presenta il Rigoletto “on the road”, la terza produzione di OperaCamion che dal 18 giugno parte in tour per le periferie romane e nel Lazio. Autore della nuova immagine del Teatro dell’Opera, e della nuova immagine “ambulante”, da tre stagioni inventa, insieme con il regista Fabio Cherstich, scene, costumi e video, adatti a essere caricati in un van e “scaricati” in piazze, rotonde sul mare, circoli bocciofili, stradoni decentrati.

 

 

Gilda è una ballerina, con le trecce bionde. Vorrebbe andare a danzare nella grande festa a casa del Duca dove tutti si divertono, ma vive chiusa nella sua torretta, al lato del palco. Entra ed esce dalla sua prigione attraversando un tunnel scuro, da ambiente postatomico. Sparafucile è un camionista: occhialoni Ray-Ban, calzoni corti e calzini in vista. Vive nella cabina del Tir con Maddalena che è una bella mora, furba, pronta a tutto. Il Duca con la sua testa da maialino balla, balla sempre, un giocherellone infantile che consuma donne e impartisce ordini, saltellando a tempo di musica, ignaro dei cuori infranti.

Al suo fianco, giullare infido, Rigoletto: «Un manesco, una figura inquietante, cambia sempre abito per far divertire il Duca, ma è nero, è dark. La maledizione incombe su di lui sin dal primo momento in cui entra in scena e lo insegue fino alla morte della figlia. L’ho immaginato con la calzamaglia da clown, bianca e nera. Ma gli abiti definitivi nasceranno durante le prove, osservando come si muovono i cantanti. Magari rovistando nei bauli di ognuno di loro. Una gonna, un pizzo, un cappello dei nonni».

Per la terza stagione, in un’originale sala prove (i magazzini del Costanzi, al Quarticciolo) l’artista illustratore sta dando forma al titolo verdiano. «Abbiamo cominciato con un personaggio popolarissimo, Figaro», spiega, mentre una trentina di musicisti della Youth Orchestra del Costanzi, si sistema su sgabellini di fortuna, «poi l’anno scorso Don Giovanni, una bella sfida, ed è andata benissimo, con un palco su due piani che mi ha dato la possibilità di creare un gran movimento e soprattutto di trasmettere l’idea che fosse un uomo perennemente in fuga. E ora Rigoletto che è un’opera incredibile, di una violenza spietata, eppure tutti la canticchiano e sanno a memoria le arie, la donna è mobile... La prima scena è la festa che ho immaginato alla Orwell, la casa del Duca è un tendone circense, poi tutto diventa più cupo».

Lo spettacolo comincia prima ancora di andare in scena, quando il camion tira il freno a mano e il quartiere si raduna intorno a sarte, truccatrici, parrucchieri, cantanti. Qualcuno arriva con il cane, altri trascinano carrozzini con i pupi, c’è chi si porta la sedia e chi si porta pizza e birra. In diecimila hanno applaudito Figaro e Don Giovanni, ora tocca a Rigoletto che farà tappa il 18 giugno a Ponte di Nona (via Guido Fiorini), il 26 al Laurentino (Centro Elsa Morante), il 2 luglio a Corviale (Biblioteca Renato Nicolini) e il 9 a Labaro (Largo Nimis).
Con deviazioni fuori porta: il 20 giugno ad Accumoli, il 22 ad Amatrice, il 24 a Cittareale, il 28 a Borbona e il 30 a Poggio Bustone.

In scena, Domingo Pellicola, nei panni del Duca, Andrii Ganchuk è Rigoletto e Sara Rocchi Maddalena, tutti nati in “Fabbrica”, la scuola di perfezionamento del teatro dell’Opera. Con loro Giulia Mazzola, Gilda, Akaki Ioseliani (Sparafucile) e Valeria Almerighi, un’attrice che farà incursioni tra il pubblico.

«OperaCamion è un progetto che nasce per preservare uno dei caratteri più belli dell’opera: la popolarità», spiega il sovrintendente Carlo Fuortes, «e credo sia una qualità da custodire e valorizzare.
Un teatro che riesce a parlare a tutti, ai melomani e agli inesperti, con un linguaggio molto coinvolgente e contemporaneo. Questo anno, a giugno e luglio, OperaCamion si moltiplica. La nuova produzione di Rigoletto di Verdi verrà presentata in nove piazze di Roma e del Lazio. Mentre la produzione di Figaro sarà presentata nelle piazze di Bologna, Milano e Camerino all’interno dei festeggiamenti per i 150 anni della morte di Rossini». 

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