Lingua e tecnologia: a Parma si incontrano i licei classici, ecco "Volgare illustre"

L'unico liceo classico di Roma che ha partecipato ai seminari durati 4 mesi è il liceo Vivona. La professoressa Filippelli: "I ragazzi estasiati da Bergonzoni, vero funambolo del teatro"

Lingua e tecnologia: a Parma si incontrano i licei classici, ecco "Volgare illustre"
di Ste. P.
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Domenica 15 Maggio 2022, 22:38 - Ultimo aggiornamento: 22:42

Seicento studenti, 23 licei classici coinvolti per una due giorni di studi sulla lingua italiana con Luca Serianni, Giuseppe Antonelli, Alessandro Bergonzoni, Michele Cortelazzo, Paola Di Nicola, Oberdan Forlenza, Antonio Gnoli, Gianluca Lauta, Lorenzo Ottolenghi, Cecilia Robustelli e Pietro Trifone. Il progetto di formazione allestito dal Teatro Due di Parma in collaborazione con la Rete Nazionale dei Licei Classici è ambizioso e si chiama "Volgare Illustre - Ragionamenti sulla Lingua". 

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Si è concluso domenica nella città ducale ed è stato un piccolo festival aperto al pubblico, con lectiones, conversazioni, spettacoli, esposizioni, proiezioni arrivati al culmine di quattro mesi di seminari (da gennaio ad aprile 2022). La due giorni ha visto anche la partecipazione dell’attore Alessandro Bergonzoni che ha messo in scena "Trascendi e sali".

L'unico liceo classico di Roma e del Lazio che ha preso parte al progetto è il liceo Vivona (Eur). Gli studenti che si sono recati a Parma nel fine settimana hanno apprezzato soprattutto lo spettacolo di Bergonzoni. «I ragazzi del liceo Vivona hanno seguito con grande interesse, apprezzando la chiarezza e la passione degli interventi, spesso intervallati da brevi scene teatrali e letture di brani, che hanno reso varia l’articolazione della serata, densa e impegnativa nei contenuti. In particolare hanno apprezzato la genialità di Alessandro Bergonzoni, vero funambolo del linguaggio teatrale, spiazzante nel suo farsi rincorrere tra una risata e l’altra, sul filo di un pensiero solo apparentemente delirante», ha raccontato la docente Fiammetta Filippelli, direttrice del dipartimento di Italiano del liceo Vivona che ha coordinato il progetto.

Durante questi mesi i ragazzi hanno approfondito i problemi legati alla scrittura e alla comunicazione. «Si scrive molto, oggi, tra messaggistica e social, e si ritiene che questo modo di comunicare informale possa allentare le regole», racconta Filippelli. Tra le suggestioni emerse tra gli studenti proprio il problema linguistico, e grammaticale. Nelle chat le regole saltano? Ma il linguaggio sulle chat si percepisce nuovo, moderno e non invece scorretto. Si tende cioè a dare per acquisito un sistema di regole che invece salta, e pure spesso. 

Oggetto complessivo di quest’indagine è stata una ricerca sullo stato della Lingua, a 160 anni dall’Unità d’Italia, declinata lungo quattro temi specifici trattati da altrettanti esperti in sessioni di lavoro on-line destinate a studenti e docenti: Lingua e Dialetto, a cura di Luca Serianni; Lingua e Politica a cura di Michele Cortelazzo, docente di Linguistica e Direttore della Scuola Galileiana di Studi Superiori all’Università di Padova, Accademico Ordinario della Crusca; Lingua e Tecnologia, a cura di Gianluca Lauta, docente di Storia della Lingua Italiana all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale; Lingua e Genere, a cura di Cecilia Robustelli, docente di Linguistica italiana all’Università di Modena e Reggio Emilia, vicepresidente del EFNIL: European Federation of National Institutions for Language. 

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La Lingua è lo strumento primario per gli artisti del teatro, la cellula madre per la vita scenica dell’attore, ricordano i padroni di casa del Teatro Due . Inevitabile è quindi che a dare avvio a questo programma sia stato un ragionamento su Lingua e Teatro a cura del Prof. Pietro Trifone, Ordinario di Linguistica italiana nell’Università di Roma Tor Vergata. 

Moltissimi i temi trattati, dal rapporto fra la lingua italiana e i dialetti della penisola, dall’inadeguatezza di quest’ultimi,
riscontrata da Dante rispetto al suo concetto di “volgare illustre”, fino alla percezione che possono
averne i liceali oggi.

 

Poi, il rapporto fra Lingua e Politica, i cambiamenti linguistici dei politici e il ruolo della
parola come arma per l’affermazione ideologica. Riflessioni aperte su come e quanto una lingua contribuisca alla
costruzione del patrimonio identitario della nazione. O ancora, la pervasività dei social e i problemi sorti con una comunicazione meno formalizzata, ma che si è inevitabilmente impoverita e complicata sia sul piano grammaticale sia su quello sociale. C'è stata infine una riflessione sul rapporto tra Lingua e Genere lungo il perimetro tracciato dalle Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana degli anni ’80 del XX secolo fino alle sollecitazioni in campo linguistico che invitano alla sperimentazione e all’inclusività. 

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Parole mediate sempre più dalle immagini; che siano scatti, selfie o emoticon. Il rapporto con la lingua è anche e soprattutto questo oggi: quello con la tecnologia che ci fa scorrere davanti agli occhi icone più che segni alfabetici. Lo intuiva già in tempi non sospetti Gigi Dall'Aglio, il regista fondatore del Teatro Due di Parma, scomparso un anno e mezzo fa, autore della storica messainscena de "L'Istruttoria" di Peter Weiss. Nel volume che raccoglie i suoi testi ("Il teatro dall'interno della sua pupilla", una sorta di zibaldone a metà tra il manuale per attori teatrali e la guida per chi si accosta all'arte della drammaturgia anche da profano) scrive di un'occasione in cui si trovò a parlare di fronte a una folla di giovanissimi. «Eccola la verità: ragazzi miei, troppo abituati a fagocitare immagini, oggi vi relazionate col mondo esterno in modo eminentemente visivo -scriveva - E di questo vi accontentate! Quante icone scorrevano davanti agli occhi di uno spettatore al tempo di Shakespeare nel corso della intera sua esistenza? Tutti gli spettatori del Teatro Elisabettiano, messi insieme, in tutta la loro vita, non incontravano tante icone quante ciascuno di noi ne può incontrare tra colazione e pranzo in una giornata qualsiasi senza neanche sedersi davanti alla TV per fare zapping». 

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