Parigi, Roma, Torino: dalla sfilata di Dior ai festival il viaggio d'amore di Sharon Eyal

La coreografia di Sharon Eyal per la sfilata di Dior a Longchamp, Parigi
di Simona Antonucci
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Lunedì 24 Settembre 2018, 19:58 - Ultimo aggiornamento: 20:01

Una coreografia dove la danza si mescola alla sfilata e i corpi dei ballerini incorniciano i modelli di Dior all’Ippodromo di Longchamp, a Parigi. Energia dirompente, al passo di musica elettronica, con venature glamour per Love Chapter II, lo spettacolo che propone il 25 e il 26 al Teatro Argentina di Roma (ore 21), per il Festival RomaEuropa. Viaggio dentro la parola amore e le sue declinazioni nel dittico OCD Love e Love Chapter II che va in scena il 29 e il 30 settembre al Festival TorinoDanza (Fonderie Limone Moncalieri, ore 20,45).
 

 


Dinamica, bella, intrigante, attenta ai fenomeni contemporanei, Sharon Eyal è tra la coreografe più richieste del momento, protagonista della scena internazionale. Israeliana, studia danza classica da quando aveva 4 anni, entra nelle fila della Batsheva Dance Company, dove ricopre diversi ruoli (direttrice artistica e coreografa associata): ora viaggia nel mondo con la sua compagnia L-E-V (insieme con Gai Behar), che in ebraico significa cuore, un cuore pulsante di passione cui dedica due titoli, legati e consequenziali (Roma ospita soltanto il secondo, a Torino andranno in scena entrambi), allusivi a una storia folle e lacerante.
 


A Parigi ha reso spettacolare la collezione primavera estate 2019 di Dior, ispirata alla danza, intesa come espressione della libertà del corpo, contaminando la sfilata-evento con il vogueing di Madonna, l’elettropop e suggestioni anni Ottanta.

E dopo il trionfo all’Ippodromo parigino, è atteso il suo debutto romano nel nome dell’amore impossibile, dello spaesamento esistenziale, con il suo recente
Love Chapter 2. Un nuovo exploit sentimentale, dopo OCD Love, articolato come danza potente ed espressiva, una pièce dinamica sul rapporto umano che pulsa tra dolcezza e violenza.

«Ballare per me è un bisogno fisico», racconta Eyal, «ho cominciato quando ero molto piccola, i miei genitori decisero per me. Ero una bambina iperattiva e serviva una disciplina che potesse calmarmi». A Torino, il 29 settembre, andrà in scena anche il primo titolo, OCD Love, ispirato all’omonima poesia di Neil Hilborn, (da
Obsessive Compulsive Disorder, titolo del brevissimo racconto di Neil Hilborn esploso in rete nel 2013), una storia d’amore potente e lacerata, condizionata dal disturbo ossessivo compulsivo.

OCD Love è considerato il capolavoro di Sharon Eyal, una sorta di manifesto della sua poetica, tra movimento, luce e suono, in un’unica grande esperienza creativa e sensoriale.
Love Chapter 2 (in scena a Torino il 30) è la continuazione naturale di OCD Love, un approfondimento sul tema, e sul vuoto che si prova alla fine di una storia d’amore. Un vuoto assoluto a cui il corpo reagisce con gesti inquieti, accompagnati dalle note martellanti create dal DJ Ori Lichtik, che creano un ambiente teso: spettatori e performer con il fiato sospeso fino alla fine dello spettacolo.

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