Nicola Alaimo torna al Massimo per un recital nella sua città

Nicola Alaimo
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Martedì 26 Febbraio 2019, 21:57
Premio Abbiati 2016 e Premio Bastianini 2019, Nicola Alaimo è tra gli interpreti più apprezzati del panorama musicale, applaudito in prestigiosi teatri e festival di tutto il mondo.

Torna ora al Teatro Massimo di Palermo, nella sua città, per un recital venerdì 1 marzo alle 20.30 accompagnato al pianoforte da Giuseppe Cinà.

La prima parte del programma comprende arie dalle grandi opere italiane, dal Barbiere di Siviglia di Rossini fino a Gianni Schicchi di Puccini. Poi altre grandi pagine per baritono:
Ecco il monologo da Adriana Lecouvreur, opera della quale Nicola Alaimo ha fornito un'intensa interpretazione nel 2017 al Teatro Massimo insieme ad Angela Gheorghiu e Daniel Oren.

A seguire una pagina di ascolto più raro, l'aria di Severo da
Poliuto di Donizetti, prima di due ruoli verdiani con i quali Alaimo si è imposto sui principali palcoscenici internazionali: da Falstaff ” l'aria L'onore! Ladri! e dalla Forza del destino Toh! Toh! Poffare il mondo.

A fare da cornice alla grande aria da
Rigoletto Cortigiani vil razza dannata vi saranno alcune pagine per pianoforte eseguite da Giuseppe Cinà: la trascrizione ottocentesca per pianoforte solo di melodie da Rigoletto di Cramer e due rare pagine pianistiche composte da Verdi, la Romanza senza parole e il Valzer che poi Nino Rota ha trascritto per orchestra per la colonna sonora del Gattopardo.

In conclusione della prima parte un'altra grande aria per baritono, Nemico della patria da
Andrea Chénier di Umberto Giordano.
Nella seconda parte del concerto Nicola Alaimo eseguirà alcune romanze da camera di Francesco Paolo Tosti, il grande maestro italiano di questo genere raffinatissimo dove ogni singola parola viene cesellata con cura, per poi passare alla canzone italiana, napoletana e siciliana, con titoli notissimi come
Ti voglio tanto bene di De Curtis, Musica proibita di Gastaldon, Passione su testo di Libero Bovio, Non ti scordar di me di De Curtis e E vui durmiti ancora del siciliano Gaetano Emanuel Calì.
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