Applausi per "Il Maestro e Margherita" all'Eliseo, con Michele Riondino e il suo Satana-Joker

Il Maestro e Margherita in scena fino al 3 febbraio 2019. Applausi al Teatro Eliseo
di Roberta Savona
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Mercoledì 23 Gennaio 2019, 14:10 - Ultimo aggiornamento: 14:12

Si sprecano gli applausi, con le mani che schioccano veloci dopo circa tre ore di spettacolo. E' la prima de Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, a consumarsi nella serata di martedì 22 gennaio al Teatro Eliseo, dove il testo riscritto da Letizia Russo con la regia di Andrea Baracco, rimarrà in scena fino al prossimo 3 febbraio continuando a macinare consensi. E non potrebbe essere altrimenti per Michele Riondino nelle vesti di Woland (Satana) e i suoi colleghi sul palco, Francesco Bonomo nei panni del maestro, Federica Rosellini in quelli di Margherita e poi Giordano Agrusta, Carolina Balucani, Caterina Fiocchetti, Michele Nani, Alessandro Pezzali, Francesco Bolo Rossini, Diego Sepe e Oskar Winiarski, che restituiscono al pubblico il capolavoro visionario e fortemente satirico scritto dal russo Bulgakov nel 1928.
 

 
 
Un antro nero come la pece, le cui mura di lavagna e polvere di gesso riflettono le luci cangianti che mutano come gli animi dei protagonisti, abilmente segnati dal gioco luminoso di Simone De Angelis. Una stanza vuota che ne contiene cento, con porte aperte su di un passato millenario, che se attraversate riportano al presente e prospettano il futuro. Questo l'impianto scenico e a prima vista scarno, messo in piedi sapientemente da Marta Crisolini Malatesta che cura anche i costumi dei protagonisti, tra cui spicca la figura di Riondino, che con la sua interpretazione richiama a gran voce nella mimica e nelle movenze, quella del Joker di Heat Ledger nel film Il Cavaliere Oscuro. Difficile è il compito, ma pregevole è la resa. I molteplici livelli della narrazione che l'autore russo tratteggia nel suo romanzo, sono descritti e circoscritti al pubblico in modo scrupoloso dalla regia di Baracco, come se da quella stanza si potesse uscire e invece si è fermi lì nello stesso posto a compiere voli con la mente, mentre immaginiamo come possa essere l'inferno e se mai incontreremo i suoi abitanti. A tenerci per mano è un dio degli inferi che va a tempo con suoni e musiche rock melodiche scelte da Giacomo Vezzani, che amplificano l'opera rendendola ancor più grottesca, valorizzando al massimo la recitazione degli attori.
 
E' una storia di amore, di morte, di passione e possessione quella che si consuma d'innanzi ad una platea rapita dalla vicenda del maestro e della sua Margherita, che vivono d'amore e morte e nella morte si ritroveranno eterni. Ma è anche la storia del bene e del male, del coraggio e della codardia. Della voglia di cambiare le cose e dell'impossibilità di farlo, come accadeva per Gesù condannato da Ponzio Pilato e crocifisso dal Sinedrio. Una storia folle come folle è il romanzo che la contiene e che porterà alla pazzia anche il suo autore e la sua amante segreta. Tanti gli ospiti presenti in sala pronti ad acclamare gli attori e tra cui si scorgono Lella Bertinotti, Lina Sastri, Roberto Ciufoli, Maddalena Marignetti, Donatella Finocchiaro, Giovanna Ralli, Francesco Scianna, Antonella Elia con l'amica Claudia Cirilli, il giovane Massimiliano Frateschi, seguito dall'attrice Cristiana Vaccaro, tra le fondatrici del collettivo di artiste U.G.O., insieme all'amico attore Massimiliano Davoli.  

Una produzione del Teatro Stabile dell'Umbria, che ha debuttato a Solomeo lo scorso settembre 2018 e che ha toccato grandi piazze come Todi, Siena, Catania, Udine, Trieste, Lugano, Bari, Barletta, Cesena, Roma, dove resterà in scena per due settimane, per poi concludersi a Correggio il prossimo 6 febbraio 2019.
 
 

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