Lorella Cuccarini "diventa cattiva" a teatro e sogna una commedia al cinema

Lorella Cuccarini "diventa cattiva" a teatro e sogna una commedia al cinema
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Giovedì 21 Dicembre 2017, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 18:20

Lorella Cuccarini è diventata cattiva. Non è proprio così. Il personaggio che interpreta nel musical La Regina di ghiaccio è una donna ispirata dalla malvagità, ma che scopre la sua fragilità nell’amore. L’attrice romana veste i panni di Turandot, la regina protagonista della fiaba persiana, che ispirò Giacomo Puccini nella creazione della sua celebre opera e che oggi rivive nello spettacolo musicale in scena al Brancaccio, ideato e diretto da Maurizio Colombi. «Questa regina è un personaggio bipolare» ci confessa Lorella Cuccarini, già pronta in camerino a pochi minuti dalla prima «c’è la sua malvagità, perché vittima dell’incantesimo di tre streghe ed una parte più fragile quando s’innamora del misterioso Principe Calaf che scioglierà il suo cuore».
 

 

L’Opera di Puccini, com’è noto, rimase incompiuta, senza un finale perché l’autore morì prima di scrivere la conclusione, quindi nel corso degli anni ci furono diverse versioni. Nella Regina di Ghiaccio, il regista, che ha al suo attivo produzioni di grande successo di pubblico, tra cui Peter Pan e Rapunzel, anche in questa occasione insieme a Lorella Cuccarini, ha scelto la via fantastica, quella che riconduce all’origine fiabesca di Turandot. «Questo musical è per tutti, ma può traghettare anche un pubblico che non è appassionato di opera» prosegue l’interprete «perché nonostante le musiche siano completamente nuove, ci sono dei piccoli omaggi pucciniani che possono risvegliare una certa curiosità».

L’attrice, che negli ultimi anni, ha alternato la sua attività professionale tra i palcoscenici dei teatri e gli studi televisivi (lo scorso anno nello show Nemicamatissima con Heather Parisi), è forse proprio nel musical che ritrova la passione degli esordi, in cui i suoi balletti e le sue canzoni, oltre a renderla la più amata dagli italiani, le fecero conquistare le simpatie dei bambini. «Questo musical è bellissimo perché mi riporta alla fine degli anni Ottanta, quando facevo programmi come Paperissima e Buona Domenica, dove il pubblico dei bambini era molto vasto. Poi ho fatto delle scelte diverse, dedicate a spettatori adulti. Ma i bambini a teatro sono una grande soddisfazione, ti dicono quello che pensano perché si fanno travolgere dalle emozioni e dalla storia».

Dal suo debutto nel 1978, a soli 12 anni, nel programma «Ma che sera» condotto da Raffaella Carrà, Lorella Cuccarini non ha mai smesso di sperimentare e mettersi alla prova con nuove sfide artistiche. Come il doppiaggio. E’ in sala infatti, il film d’animazione «My little Pony» in cui presta la voce ad uno dei personaggi, Tempest Shadow. Ed a proposito del suo rapporto con il cinema: «Lo adoro come spettatrice, quando posso, cerco di andare. Sinceramente il cinema manca nella mia carriera, anche se in realtà già nella prosa a teatro mi sto avvicinando alla commedia, quindi magari un giorno potrebbe arrivare un ruolo femminile più maturo che mia dia questa opportunità. Io sono abituata a fare le mie scelte con calma, quando mi sento pronta».

Il mondo del cinema e dello spettacolo negli ultimi mesi è stato scosso dalle denunci di abusi e molestie sessuali, dall’America all’Italia. Il provino, il metodo classico ed usato da sempre, per ottenere una parte in un film o in uno spettacolo, oggi può fare paura. Soprattutto se si è molto giovani e si stanno muovendo i primi passi in questo settore. A tal proposito Lorella Cuccarini offre alcuni consigli alle aspiranti attrici e ballerine.«Tutti noi abbiamo fatto provini, che sono seri, quando vengono fatti in sedi opportune ed in orari opportuni.
Ci si accorge subito quando c’è una trappola dietro l’angolo. Quello che posso dire alle ragazze è di studiare moltissimo, perché quando ci sono talento e preparazione è anche più difficile che arrivino delle avances, perché quel posto hai le capacità per meritarlo. Le ragazze devono avere la forza di dire no e di non scegliere la via più semplice, perché a distanza di tempo può lasciare una ferita profonda ed un senso di amaro».

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