Il regista Michieletto: «Da Butterfly a Salome, sogni e tormenti di donne leggendarie»

Madama Butterfly, al Comunale di Bologna, con la regia di Damiano Michieletto
di Simona Antonucci
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Mercoledì 19 Febbraio 2020, 20:59 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 15:31

Madama Butterfly? «Preda del colonialismo sessuale, di uno yankee». Salome? «Orfana, ossessionata dal desiderio di vendetta, abusata dal patrigno Erode». Fiordiligi e Dorabella in Così fan tutte: «Pedine di un gioco cinico che distrugge amore e amicizia». E Gilda, figlia di Rigoletto? «Vittima del padre come Luisa Miller».
 

 

Damiano Michieletto, regista veneto, 44 anni, è in partenza per un giro del mondo accanto a donne leggendarie, cui grandi compositori hanno regalato pagine di indimenticabile musica. Da Madama Butterfly che debutta oggi, 20 febbraio, al Comunale di Bologna (repliche fino al 27) fino alla Vedova Allegra che accompagnerà a Caracalla (dal 6 agosto) e poi al San Carlo di Napoli (dal 17 al 27 settembre), passando per Milano, dove presenta la sua nuova Salome l’8 marzo, per Tokyo che aspetta Così fan tutte (dal 18 al 24 marzo), per La Fenice di Venezia con Rigoletto e la sua Gilda (dal 23 aprile al 31 maggio) e per il Costanzi che ospiterà Luisa Miller (dal 22 al 31 maggio).

A Bruxelles andrà con Rosenkavalier e la sua originale Marescialla, per finire un giro vorticoso di debutti, tra riprese e nuove produzioni, a Berlino, l’anno prossimo, con Jenufa di Janacek «tratta dal romanzo di Gabriela Preissova, una della rare protagoniste di un’opera raccontata con sensibilità femminile e con speranza». 

Sessanta regie liriche, due premi Abbiati, un Oliver Award, due figli che ha spesso al suo fianco, Michieletto racconta passioni, sogni e tormenti delle sue “compagne di lavoro” nei prossimi mesi. Cominciando dalla “farfalletta”, dal 20 febbraio al Comunale di Bologna. Con Pinchas Steinberg sul podio e le voci di Karah Son (Cio-Cio-San), Cristina Melis (Suzuki), Angelo Villari (Pinkerton) e Dario Solari (Sharpless).

«Puccini non scriveva denunce sociali, ma aveva una grande sensibilità nel ritrarre la sofferenza femminile. Bohème, Fanciulla del West, Turandot... E Madama Butterfly che, secondo me, aldilà delle scelte estetiche o registiche, va raccontata per quello che è. Cio-Cio-San è una ragazza di quindici anni che, caduta in miseria, viene venduta da un sensale a un americano sconosciuto. Pinkerton la sposa con un matrimonio burla e le dà anche un nomignolo dispregiativo, “farfalletta”. Dopo poco, l’uomo l’abbandona per continuare viaggi e affari. È una storia basata su una vicenda che oggi chiameremmo turismo sessuale».

Una piaga che coinvolge le donne e i loro bambini, come accade al figlio di Butterfly. «Che è un diverso. Ha connotati europei e orientali. Cresce accanto a una mamma vilipesa per poi essere portato via. Ho visto dei documentari della Bbc che ritraggono con precisione il fenomeno, i matrimoni finti, il mercato delle ragazze povere. Una tragedia legata al potere che opprime e distrugge la femminilità. Ed è per questo che l’ho ambientata in un’anonima periferia orientale dove tutto è in vendita».

Il giorno della Festa della donna, l’8 marzo, debutta alla Scala la sua nuova produzione, Salome, di Strauss, diretta dal Maestro Riccardo Chailly. «Lei è vittima e carnefice. Orfana, cresciuta da una madre che ha sposato il cognato, la giovane donna è una sorta di Amleto allo specchio. Il Profeta che le parla è il fantasma shakespeariano, portatore di verità difficili da sostenere. Salome, che arriva a corte come un trofeo offerto dalla madre al suo consorte, finisce per subire gli abusi del patrigno. La danza dei veli altro non è che la pretesa di Erode di possedere la vergine. Che manderà a morte, quando diventerà inadeguata ai suoi disegni. Uccisa da una famiglia dove non c’è umanità, come quella di Luisa Miller».

L’eroina di Verdi arriverà a Roma a maggio. «Per lei ho costruito un allestimento di simmetrie. Sia Luisa, sia Rodolfo, suo spasimante, sono figli di genitori che impongono il loro modello. E il rapporto tra i giovani finisce in tragedia perché straziato dalle famiglie».

La famiglia, “male necessario”. Lei è anche un padre: «Un ruolo molto complicato. Ci si arriva impreparati. Mi spaventa, ma è il ruolo più appassionante della mia vita». 

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