Gli stucchi barocchi di Serpotta “si animano” al Massimo di Palermo

Il balletto "Siciliana" del collettivo di giovani artisti Kor’sia al Teatro Massimo di Palermo
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Mercoledì 20 Marzo 2019, 19:14
Si intitola Siciliana la nuova creazione del collettivo italiano di giovani artisti Kor’sia, commissionata dal Teatro Massimo di Palermo dove debutta mercoledì 20 marzo come primo appuntamento di danza della Stagione 2019.

Il lavoro andrà in scena insieme ad
Annonciation, capolavoro di Angelin Preljocaj che da quasi venticinque anni raccoglie successi internazionali, formando un dittico che idealmente abbraccia il passato recente e le novità della danza contemporanea. Christian Lanni firma le scene del nuovo allestimento che coinvolgerà il Corpo di Ballo e l’Orchestra del Teatro Massimo. Sul podio è chiamato il compositore e direttore d’orchestra veneziano Tommaso Ussardi.

Siciliana nasce dalle suggestioni suscitate in Mattia Russo e Antonio de Rosa - ballerini, fondatori e coreografi di Kor’sia - e in Giuseppe Dagostino - autore della drammaturgia - dai celebri stucchi barocchi di Giacomo Serpotta, che impreziosiscono gli interni di una trentina di edifici sacri del capoluogo siciliano: un tripudio di luce e bianco sfavillanti, di linee sinuose e voluttuose che si inerpicano attraverso le pareti di oratori e chiese, di putti o picciriddi svolazzanti che sghignazzano e giocano tra santi.

«Bisogna essere pronti a varcare la soglia di uno spazio reale e immergersi immediatamente in un’altra dimensione – dicono gli autori della coreografia -. Siciliana è un vortice magico, in cui le figure di gesso bianco sono la perfetta rappresentazione della strada. Con il loro atteggiamento irriverente, sfrontato e a tratti blasfemo, le sculture incuriosiscono gli osservatori tanto da sembrare indaffarate a prepararsi per una festa. I picciriddi, col pretesto della festa, prenderanno vita nelle ore notturne, lasciandosi andare ai normali comportamenti umani: tutto ciò che accadrà fuori dall’oratorio dovrà concludersi prima che il sole sorga, costringendoli a ritornare statue sulle pareti».

«L’atmosfera ludica è un pretesto per narrare le sventure dei personaggi - proseguono Russo e de Rosa - che, così come per il teatro serpottiano, non hanno nulla a che vedere con la manifestazione artistica religiosa dell’epoca, bensì sono lo specchio della società odierna. I loro sguardi penetranti e commoventi attirano il turista e diventano un mezzo per definire l'anima della cultura siciliana».

Prima di
Siciliana, nella stessa serata, verrà rappresentata al Massimo Annonciation”, la coreografia per due ballerine concepita da Angelin Preljocaj nel 1995 su musiche di Stéphane Roy e sul Magnificat di Antonio Vivaldi. Premiata alla XIII edizione del New York Dance & Performance Award, l’opera affronta il mistero dell’Annunciazione.

Di Maria, che nell’iconografia tradizionale viene per lo più raffigurata come una fanciulla che accetta con serenità gli eventi, Preljocaj vuole piuttosto sottolineare la «strana simultaneità di sottomissione e rivolta, i dubbi, l’inquietudine e persino la ribellione» che scatena in lei l’intrusione dell’angelo.

Il dittico sarà replicato al Teatro Massimo il 21, il 22, il 23, il 24 e il 26 marzo 2019.  
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