Eugenio Barba al Valle racconta il suo teatro: mostre e spettacoli

Uno spettacolo di Eugenio Barba
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Giovedì 14 Febbraio 2019, 20:07
Gli attori che lavorano con Eugenio Barba partono da un lavoro su se stessi ma assieme sullo spazio in cui devono lavorare: «Lo spazio non è mai innocente: ha occhi che ci guardano e ci obbligano a confessarci, e in me provoca un conato di vomito che sommerge la mia consapevolezza», spiega l'ottantaduenne regista pugliese di nascita e danese di adozione, che ha fondato nel 1964 l'Odin Teatret, mostrando che si poteva fare un teatro altro e diverso da quello classico, e la cui storia è in mostra sino a domenica al Teatro Valle, dove oggi ha spiegato pubblicamente il suo metodo e il suo lavoro.

L'Odin si celebra anche al Villino Corsini di Villa Pamphilj sino al 24 febbraio con un'installazione multimediale e interattiva a cura di Roberto Giannini e Rossella Viti, con foto e registrazioni audio di interviste-confessioni affascinanti degli attori che stavano preparando lo spettacolo
La vita cronica cinque anni fa. In un'epoca che ha un'assurda fiducia nel reale, più o meno virtuale (foto e video) che sia, a farcene capire la fragilità e superficialità ci aiuta proprio il teatro di Barba, che con le sue povere invenzioni, con la sua creatività, la sua energia, le sue allusioni, ci mostra quanto altro ci sia di profondo, alternativo, significativo oltre quel che appare.

A dimostrarcelo ci sono i filmati dei suoi lavori, proiettati sul palcoscenico per i visitatori della mostra (orari 17-20 e domenica 11-18). Lo spazio del Valle non è neutro e condiziona la freschezza dello sguardo di chi vi entra e sa della sua storia, fa notare Barba, dicendo che a dominarci «è il nostro spazio interiore inconscio, invisibile, ma che è il punto di partenza per qualsiasi creazione artistica, perché è da questo e dialogando con questo che si sviluppa la creatività».

Il lavoro dell'attore su questa situazione che lo domina è quello di «riuscire a traghettare lo spazio interiore verso quello esteriore e rendere percepibile il suo mondo, la sua energia che si modella attraversando la quarta dimensione (quella dello spazio-tempo di Einstein), con segni, azioni tangibili che impattano sullo spettatore».

A darne dimostrazione è con lui la sua storica attrice Julia Varney. Appare evidente allora che l'energia di cui parla non è quindi quella vitale, forte, fisica tradizionale, ma è interiore e metafisica, «è una tensione pronta a esplodere che si trasforma in implosione».

E i suoni, le azioni, i segni che ne nascono «devono andare al di là della comprensione, devono farci avvertire quel mistero con cui convivere e che è il senso stesso della nostra esistenza».

Come si capisce, Barba, che nel 1979 ha fondato l'Ista - Scuola Internazionale di Teatro Antropologico, non si occupa dell'espressione artistica, ma di ciò che la precede e la rende possibile, così gli spettacoli diventano una conseguenza dell'operare con i suoi attori e la loro molteplicità di creazioni.
La sua storia è fatta di oltre una settantina di produzioni che vanno da
Ferai a Le ceneri di Brecht (1980), da Itsi Bitsi (1991) a Mythos (1998) sino al più recente Tree, sguardo dolente e profondo sull'umanità, sul teatro dell'uomo e del mondo, partendo dai sogni di una bambina per arrivare alla crudeltà e la violenza dei signori della guerra, in un racconto non propriamente narrativo, ma costruito per immagini, suoni e azioni assolutamente coerenti e coese, il cui significato è ricco e nasce per accumulo come per contrasto nell'insieme, per suggestione poetica e emotiva, che non lascia indifferenti.

L'albero verrà eccezionalmente rappresentato con l'ensemble dell'Odin Teatret ancora sino a domenica e poi dal 20 al 24 febbraio al Teatro Vascello, dove si terranno anche seminari, dimostrazioni spettacolo, incontri on attori dell'Odin. Nel foyer, nei palchetti e nella platea del Valle ci sono fotografie e manifesti a documentare la storia, Gli spazi segreti dell'Odin, come si intitola la mostra, e poi installazioni, manichini con costumi di storici spettacoli, e vari, diversi filmati. 
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