"Eleganzissima", all'Ambra Jovinelli c'è Drusilla Foer: «Io, diva del web ed eterna grulla»

Druisila Foer (Foto Serena Gallorini)
di Alessandra Spinelli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 6 Dicembre 2018, 21:23
L'INTERVISTA
«Mi sono appena messa le ciglia finte, giusto un caffè per svegliarmi, l'altro lo prendo prima di entrare in scena però con la sambuca, uno shottino, un rito»
Alle 9 e 32 Drusilla Foer, data di nascita tra giugno e agosto 1945, è travolgente come sempre con la sua sapida cadenza toscana, l'accento da probabile nobildonna e i candidi capelli da invidia. Il suo alterego, l'attore Gianluca Gori, detto Gigo, anni 50, consulente informatico, resta nascosto tra sfavillanti racconti di una vita immaginata e lampi di realtà in un continuo gioco di specchi, dove Drusilla è più reale del reale.
Diva del web, dopo cinema (Magnifica presenza di Ozpeteck) e tv (Strafactor 2017, editorialista di Matrix Chiambretti 5 e La Repubblica delle Donne, The Show Must Go Off con la Dandini) torna a teatro lunedì con lo show Eleganzissima all'Ambra Jovinelli. Un recital scritto e interpretato da lei/lui, che con Loris di Leo al pianoforte, e Nico Gori al clarinetto e al sax, racconta aneddoti tratti dalla sua vita straordinaria fra l'Italia, Cuba, l'America e l'Europa, tra grandi amici e avventure dalla cacio e pepe di Warhol al parmigiano passato da Bowie, il negozio di abiti usati a New York, il nipote tatuatissimo Giacomo, fra reale e verosimile.
Partiamo dai nomi?
«Drusilla era il nome del battello preso dai miei nonni per l'America, Eleganzissima è un titolo favoloso. Mi scrisse un'adolescente insicura, sa poverina: da grande vorrei essere come te eleganzissima. Geniale e toscano, ganzo fa tanto anni Ottanta».
Com' è il nuovo show?
«Siamo tre insaziabili. Si va da Lelio Luttazzi a Jobim, da Amy Winehouse a Vucchella di Tosti/D'Annunzio. Ho aggiunto un balletto di Bob Fosse, sono una vecchia grulla che si diverte».
La sua interpretazione di I will survive è molto intensa.
«Il mio spettacolo è croccante, ma non è cabaret, si entra in un terreno intimo, ci si commuove, si raccontano cose lievi, non superficiali. Sul palco bisogna essere preparati e veri. I will survive l'ho ballata come una pazza a New York e non ero di primo pelo, ora ho capito quanto sia ringhiosa. Ma sopravvivere a un amore è il male minore».
Cosa pensa del teatro di oggi? E della tv?
«Un tempo c'era la Falck, la Borboni, frequentava casa mia, ma che noia i classici, per quanto uno Shakespeare, ma a piacciono linguaggi diversi come il Festival di Sant'Arcangelo di Romagna. Quanto alla tv ho fatto l'errore di metterla in camera: addio goccine e valeriane, non mi tiene sveglia neanche Piero Angela coi giaguari».
Quanto le manca Paolo Poli?
«Mi manca tutto, non solo il suo lavoro, soprattutto la bontà perché lui mascherava con il cinismo una vera bontà»
Lei usa la lingua tagliente.
«Vado diretta, me l'hanno insegnato i miei genitori: si diventa grandi quando si può generare. Mi regalarono un orologio: questo è il tuo alleato, noi ti saremo accanto, ma sei grande. Un imprinting asciutto».
Progetti per il nuovo anno?
«O mio Dio, il nuovo anno. Mia nonna diceva il problema ulteriore. Farò un ep con canzoni italiane di vecchie querce con il mitico Franco Godi. Poi a teatro uno spettacolo su Amore e psiche visto da Venere, la suocera . Ma vorrei stare a Viareggio, meglio di Miami sa».
E il suo alter ego che fa?
«Lui dorme. È un presuntuoso pazzesco, dice chi mi ha inventata, per carità è carino, non geniale. è una fatica essere me, sa? Io ho incontrato il mondo, lui no, non frequenta. A volte mi chiama al telefono ma io riattacco».
Teatro Ambra Jovinelli, via Guglielmo Pepe 43. Lunedì alle ore 21

© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA