La danza riparte in coppia: da Cagliari a Palermo, ballano gli interpreti innamorati

Ripar-Tänze al Teatro Massimo di Palermo
di Simona Antonucci
5 Minuti di Lettura
Martedì 4 Agosto 2020, 07:48

Che l’amore riesca a far volare, ballare, l’hanno già scritto poeti, cantautori. Ora, a ricordarlo sono anche i danzatori, quelli innamorati. Che grazie alla passione, per un collega, si presentano sui palcoscenici in tempo di Covid con un antidoto speciale. Perché chi si ama e forma una coppia può ignorare le norme sul distanziamento e quindi toccarsi, avvinghiarsi, interpretare il grande repertorio classico, “proibito” ai single incalliti. Insomma, chi non fa l’amore... non lavora, per citare al contrario, la canzone di Celentano.

Gran successo, nei giorni scorsi, ha avuto spettacolo Duets and Solos, di Daniele Cipriani che ha fatto il giro di festival, tra cui quello di Nervi e di Ravenna, con le coppie Silvia Azzoni/Alexander Ryabko (Hamburg Ballet, italiana lei, ucraino lui) e Iana Salenko/Marian Walter (Opera di Berlino, ucraina lei, tedesco lui). Accompagnati da Beatrice Rana e Mario Brunello, hanno dimostrato che l’amore aiuta.

«Tutto è assolutamente regolare poiché le coreografie verranno presentate da due coppie di étoiles che sono coppie anche nella vita. Fortunatamente, nel mondo della danza, ci sono molto ballerini che fanno coppia, e tra loro diverse étoiles. Ecco quindi che Silvia Azzoni e Alexander Ryabko (Hamburg Ballet, italiana lei, ucraino lui) e Iana Salenko/Marian Walter (Opera di Berlino, ucraina lei, tedesco lui), possono tranquillamente toccarsi, abbracciarsi, stringersi, avvinghiarsi, attorcigliarsi».

Danzatori in coppia anche al Gala internazionale “L’amore - Il passo a due” al Lirico di Cagliari, il 13 e il 14 agosto con la musica dal vivo, eseguita dall’Orchestra del Teatro. In scena, dal Bolshoi di Mosca, Denis Rodkin e Eleonora Sevenard, il duo romantico su cui sono puntati gli occhi dei rotocalchi; Maia Makhateli e Artur Shesterikov (primi ballerini del Dutch National Ballet); Maria Kochetkova, giàdel San Francisco Ballet, e il danese Sebastian Kloborg, giàdel Balletto Reale Danese nel passo a due di Wheeldon, Within The Golden Hour, con musiche di Ezio Bosso cui verrà dedicata la serata. In mezzo a tanti affetti stabili, anche un “single” Sergio Bernal, in scena nella sua drammatica Farruca de Molinero (coreografia di Antonio Ruiz Soler, musica di Manuel de Falla tratta da Elsobrero de tres picos).

Coppie, e non solo, al Teatro di Verdura per il Festival del Massimo di Palermo “Sotto una nuova luce”, dove Davide Bombana, appena nominato direttore del Corpo di ballo, ha debuttato nel suo nuovo ruolo con uno spettacolo dal titolo emblematico, Ripar-Tänze, che gioca sulla parola danze (Tänze) in tedesco e la necessità della ripartenza. E ha affidato i passi ai primi ballerini ospiti del Teatro alla Scala Martina Arduino e Marco Agostino, Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, due coppie anche nella vita. Per poi coinvolgere in coreografie dello stesso Bombana ma anche di Kenneth MacMillan, Mauro Bigonzetti e Heinz Spoerli, il Corpo di ballo del Teatro palermitano.

Si inizia con la scena del balcone da Romeo e Giulietta con la musica di Sergej Prokofiev e la coreografia del 1965 di Kenneth MacMillan, interpretata da Martina Arduino e Marco Agostino. A seguire un passo a due maschile, Cantus su musica di Arvo Pärt (In memory of Benjamin Britten) e coreografia di Davide Bombana che sarà eseguita da Alessandro Cascioli ed Emilio Barone del Corpo di ballo del Teatro Massimo. La terza coppia di danzatori a entrare in scena è quella composta da Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, con il Pas de deux dal balletto in due atti Caravaggio di Mauro Bigonzetti, omaggio al grande pittore, ai suoi intrecci di corpi e di luci, su musica di Claudio Monteverdi e Bruno Moretti.

Infine di nuovo Martina Arduino e Marco Agostino con il quarto pas de deux che conclude la prima parte della serata, in scena per la coreografia di Heinz Spoerli, la Variazione n. 25 dal balletto Goldberg Variations sulle note di Johann Sebastian Bach.

«Nella seconda parte della serata la prima rappresentazione assoluta della creazione che mi ha commissionata il Teatro Massimo», spiega Davide Bombana, «il titolo Ripar-Tänze, e il sottotitolo “Grossa Fuga ai tempi del Covid19”, con allusione alla Grosse Fuge op.133 di Beethoven, è un invito a non fermarsi. La danza ha sofferto forse più di molti altri settori dello spettacolo». La coreografia è stata pensata tenendo conto delle limitazioni legate al distanziamento sociale. E Marco Pierin, danzatore di grandissimo talento e oggi Maître de ballet che ha affiancato tutta la produzione, recita i versi della Panteradi Rainer Maria Rilke, che ha ispirato Bombana durante il periodo di lockdown, osservando nei video postati in rete l’inquietudine dei danzatori segregati in casa.

«I versi di questa meravigliosa poesia di Rainer Maria Rilke La Pantera affioravano nella mia mente ogni volta che, nel periodo di lockdown, guardavo in rete i danzatori che facevano esercitazioni e trainings segregati nelle loro case, e mi ricordavano appunto felini in cattività», ha spiegato Bombana, «ho immaginato così per la mia nuova creazione “Ripar-Tänze”, un piccolo gruppo di creature solitarie che, come risvegliandosi da un letargo, sono accomunate e rese simili dalla disperata ricerca e bisogno dell’altro ma allo stesso tempo non arrivano, seppur desiderandolo fortemente, ad instaurare un rapporto o punto di contatto rendendo così, la loro, una danza furiosa di solitudine». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA