Eleonora Abbagnato al Teatro dell'Opera: «Nei mesi della paura mettiamo in ballo le stagioni dell’amore»

Le Quattro Stagioni, coreografia di Peparini
di Simona Antonucci
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Lunedì 21 Settembre 2020, 14:12
«Non faccio altro che ripetere... Innamoratevi, fidanzatevi, sposatevi! Così torniamo in scena senza mascherine». Leggiadra sotto i riflettori, Eleonora Abbagnato, dietro le quinte diventa una leonessa. Dopo aver seguito il suo corpo di ballo durante il lockdown, online, alle 15 in punto, facendo lezione tutti i giorni con lo smatphone, l’etoile palermitana, direttrice della danza al Teatro dell’Opera, appena le norme sanitarie lo hanno permesso, si è battuta per riportare in scena tutta la sua squadra.
 
 


CIRCO MASSIMO
Prima, quest’estate al Circo Massimo con Le Quattro Stagioni, sold out, e ora al chiuso, al Teatro Costanzi, dove la coreografia di Giuliano Peparini verrà ripresa dal 22 al 27 settembre. Il balletto racconta le “stagioni” della passione: dal pudore dei primi sguardi (la Primavera), al fuoco (l’Estate) e al progressivo spegnimento (l’Autunno), fino al gelo dei rapporti (l’Inverno).

ALESSANDRO PREZIOSI
Con Rebecca Bianchi e Claudio Cocino (Primavera), Marianna Suriano e Giacomo Castellana (Estate), Susanna Salvi e Michele Satriano (Autunno), Sara Loro e Alessio Rezza (Inverno). E la voce (registrata) di Alessandro Preziosi.

Sono state fatte delle modifiche rispetto alla versione estiva?
«La coreografia è stata ripensata per il palco del Costanzi e migliorata. Perché abbiamo avuto un po’ più di tempo per le prove, per studiare delle coperture per il viso trasparenti. Anche se soffocanti. E per approfondire le sfumature dell’amore. A distanza e con la mascherina, a meno che, in teatro, non si formino nuove coppie. Io li incito. Scherzo, naturalmente. Ma non vedo l’ora di tornare alla normalità. Al momento l’unico antidoto contro il distanziamento è proprio l’amore».

Ma nelle Quattro Stagioni la riflessione sull’amore è un po’ pessimista. Che ne pensa una donna innamorata come lei?
«Ad annoiarsi sul divano, dove è stata costruita la parte centrale dello spettacolo, prima o poi ci finiscono tutti. Pensi ai giorni del lockdown! Poi, però, tutto rinasce, la vita e la passione».

Avrebbe voluto ballarlo lei?
«Lo farò. Lo spettacolo era stato pensato per me. Poi, dopo il lockdown e la cassa integrazione ci è sembrato più giusto far lavorare l’intero corpo di ballo che si esibirà anche nei prossimi giorni qui in teatro. Io lo porterò in tournée, a Bologna e a Bari. E spero a Parigi».

A proposito di Parigi, il famoso addio, all’Opéra de Paris, la pensione?
«Una storia surreale. Tra scioperi e Covid il gala è stato rimandato almeno tre volte. Ora però ho una data. A marzo salirò sul palco dove sono diventata étoile per ballare Le Parc».

E a Roma? Come sarà la stagione?
«Stiamo valutando tutto. Un classico del repertorio a Natale e poi sei titoli, compresi gli spettacoli a Caracalla».

Lago dei Cigni? Schiaccianoci? Come si fa?
«Stiamo imparando. Test sierologici, tamponi, mascherine. Tutto quello che serve. E guai a lamentarsi. A Londra, Parigi, stanno ancora fermi».

L’esperienza con la moda, la sfilata della Biagiotti?
«Una collaborazione che continua. Sto preparando una coreografia, prodotta dal teatro, che firmerò con Benjamin Pech, con abiti della Biagiotti. Alla Nuvola, un nuovo, bellissimo spazio. Perché guai a fermarsi».
Teatro dell’Opera, piazza Gigli. Dal 22 al 25 alle ore 20, sabato 26 ore 18, domenica 27 ore 16.30. 


 
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