Conservatorio a Riad: dall'Accademia alla Scala ok all'unanimità

Il sovrintendente della Scala Pereira
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Martedì 26 Marzo 2019, 23:04
Alla Scala arrivano i soldi arabi. Dopo le polemiche per il possibile ingresso saudita nel cda del teatro (con tanto di richiesta di licenziamento per il sovrintendente Alexander Pereira) e la restituzione di 3 milioni di euro versati dal principe Badr bin Abd Allah prima che la Fondazione esprimesse il suo parere, il consiglio di amministrazione dell'Accademia (presieduta dallo stesso Pereira) ha approvato all'unanimità il progetto per creare un conservatorio rivolto a bambine e bambini a Riad.

Il comunicato che annuncia l'ok non quantifica il finanziamento, ma Pereira aveva parlato di sette milioni di euro per un progetto triennale che inizierà il prossimo settembre con l'individuazione e la formazione del personale per poi partire con i corsi. Si comincerà con quelli di coro di voci bianche, di propedeutica alla danza per bambine e bambini dai 6 ai 10 anni e di un nucleo di scuola musicale per strumenti oltre a un workshop su marketing e comunicazione digitale.

Seicento gli allievi previsti in questa prima fase, quando gli insegnanti dell'Accademia supervisioneranno il lavoro dei docenti locali assistendoli per quanto riguarda il metodo didattico. Soprattutto il primo anno è prevista una presenza forte del personale italiano.

Positiva la reazione del sindaco Sala che della Scala è presidente: «Lo hanno deciso in autonomia
», ha spiegato, anche se noi abbiamo un rappresentante nella fondazione accademia. In fondo quello che avevamo sempre detto è che non eravamo contrari a una collaborazione, ma avevamo forti dubbi sull'ingresso del Cda. Quindi mi sembra qualcosa di positivo. Poi credo che al prossimo Cda della Scala ci racconteranno i dettagli. Però io la vedo in modo positivo».

Approvazione anche del ministro del Beni Culturali Bonisoli: «Secondo me è una cosa buona, perché rientra in una collaborazione culturale a mio avviso ancora più utile nel momento in cui andiamo a lavorare con un Paese che ha bisogno di essere aiutato ad aprirsi». Che ha aggiunto: «Senza retorica, questo è un Paese dove solamente fino a
qualche anno fa le donne non potevano uscire per strada da sole o comunque avevano delle limitazioni molto forti. Se noi cominciamo a insegnare a ballare, insegnare la musica, usiamo la cultura per permettere a questo Paese di fare qualche passo nella direzione di una maggiore apertura e anche di una maggiore possibilità e uguaglianza di genere tra uomini e donne, nel rispetto dei valori islamici, penso che questo sia qualcosa di positivo». 

Il ministro ha poi precisato che «non c'è l'apertura di una succursale della Scala, che è una cosa molto diversa, che ha a che fare con il brand Scala, con la governance e così via.
Da quello che mi risulta stiamo parlando di una collaborazione, in cui l'Accademia della Scala aiuterà nella nascita di una scuola a Riad È un progetto che dovrebbe durare dai 2 ai 3 anni, con una prima fase di un anno, in cui ci sarà un investimento più importante».


 Freddo il presidente della Lombardia Attilio Fontana. «È difficile dare un giudizio positivo a priori» ha commentato convinto che il cda dell'Accademia debba «dare qualche spiegazione al cda della Scala» anche se ammette che «esportare le nostre eccellenze sia un valore aggiunto». 
 
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