Cinque anni senza Abbado: La Scala lo ricorda con la Cenerentola di Rossini

Claudio Abbado, il Maestro scomparso il 20 gennaio 2014
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Sabato 19 Gennaio 2019, 20:57
Claudio Abbado, Direttore Musicale del Teatro alla Scala dal 1968 al 1986, si spegneva a Bologna cinque anni fa, il 20 gennaio 2014. La sua scomparsa lasciava un vuoto angoscioso nel mondo musicale: nel corso della sua vita Abbado aveva lasciato un segno profondo di qualità musicale, visione del futuro, dignità civile e profonda serietà, lasciando una testimonianza unica sul valore della musica nella formazione culturale e umana dei singoli come nello sviluppo delle comunità. Lo hanno pianto le orchestre da lui fondate e le istituzioni che aveva rinnovato, le città in cui aveva lasciato il segno e i tanti che lo seguivano ovunque dirigesse.

Il 27 gennaio erano riuniti in migliaia in piazza della Scala a Milano - dove era ritornato a dirigere il 30 ottobre 2012 - ad ascoltare le note della Marcia funebre dell’Eroica di Beethoven eseguita in sua memoria dalla Filarmonica della Scala diretta da Daniel Barenboim.

Il Teatro alla Scala ricorda il suo Direttore Musicale riportando in scena uno dei momenti più gioiosi e gravidi di futuri del suo percorso musicale. Il 19 aprile 1973 Abbado entrava nella buca scaligera per dirigere La Cenerentola di Gioachino Rossini, con la regia di Jean-Pierre Ponnelle e Lucia Valentini Terrani, Luigi Alva e Paolo Montarsolo protagonisti. Lo spettacolo faceva seguito alla rivelazione de Il barbiere di Siviglia con cui nel 1970 Abbado e Ponnelle, complici Teresa Berganza e Hermann Prey, avevano rivoluzionato il modo di concepire il Rossini comico, presentando per la prima volta in Italia la revisione critica di Alberto Zedda.

La trilogia sarebbe stata completata con L’italiana in Algeri (ancora con la Berganza, revisione di Azio Corghi) per l’inaugurazione della Stagione 1973/1974, unico caso di opera buffa scelta per un 7 dicembre. La trilogia buffa realizzata con Ponnelle, cui sarebbe seguito Il viaggio a Reims nel 1985, è solo un aspetto dell’infinita curiosità e dell’entusiasmo di Abbado, che ha fatto del Teatro alla Scala un riferimento assoluto per la capacità di combinare qualità musicale, molteplicità di interessi e repertori, sensibilità allo sviluppo di regia e scenografia e capacità di inclusione di un pubblico sempre più vasto e diversificato.

Alla Scala, Abbado ha diretto un repertorio sterminato, da Rossini a Nono, da Verdi a Schoenberg. Ha realizzato festival dedicati a Musorgskij, a Stravinskij, a Berg, in cui si eseguiva tutta la musica di quegli autori e si facevano convegni internazionali di cui rimanevano gli atti, ad arricchire la riflessione. Insieme a Maurizio Pollini ha portato la musica in città, nelle scuole, sui posti di lavoro.

Alla Scala ha aperto cicli speciali per Giovani e Anziani, che ancora sono rimasti nell’offerta del Teatro.
Sempre attento agli sviluppi del teatro musicale, ha lavorato con i registi più importanti e innovativi, offrendo spettacoli rivelatori che sfidavano i canoni tradizionali: fondamentali le collaborazioni con Giorgio Strehler, Yurij Ljubimov, Luca Ronconi. Impossibile ricordare tutti i cantanti che hanno lavorato con lui alla Scala, necessario menzionare il ruolo straordinario del Maestro del Coro Romano Gandolfi.
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