«Ma io - ha scherzato alla presentazione il sovrintendente Alexander Pereira - ho il vantaggio di venire da fuori. Ho meno paura. Meglio sbagliare che non fare queste grandi opere». Il manager austriaco ha deciso anche di mandare in pensione la “Bohème” di Franco Zeffirelli, che dal 1963 viene messa in scena a Milano. Un classico entrato nel cuore del pubblico.
Mai da allora c'è stato un nuovo allestimento ma «nel dicembre 2022 - ha annunciato - ci sarà una nuova produzione, e l'anno prima anche di Rigoletto», con nel cast probabilmente Carlos Alvarez e Juan Diego Florez. Per “Ernani” è stato chiamato il regista e attore tedesco Sven-Eric Bechtolf che è partito dall'idea che l'Ernani di Victor Hugo, base dell'opera verdiana, era una pièce essenzialmente romantica. E quindi ha scelto di usare l'ironia tipica del romanticismo, che svela come in fondo la realtà sia un'illusione usando l'escamotage di un teatro dentro il teatro.
Il pubblico si immerge nella vicenda raccontata usando i grandi gesti e le scene dipinte dell'Ottocento ma a tratti viene disturbato. «Così mostriamo qualcosa che è nel teatro ma anche nella vita - ha spiegato Bechtolf - l'alternanza di illusione e disillusione».
Soddisfatto il direttore Adam Fischer dell'orchestra, del coro e del cast (che si trova davanti a una prova molto impegnativa). «Se qualcosa non va - ha detto - sarà per colpa mia».
Francesco Meli, al sesto titolo verdiano alla Scala, è ormai un habitué e come Ernani dividerà la scena con Ildar Abdrazakov nel ruolo del cattivo Silva (che sarà alla Scala nei panni di Attila all'inaugurazione del 7 dicembre), con Ailyn Pérez (Elvira) e con Luca Salsi (Don Carlo) chiamato solo poco tempo fa a far parte del cast. Per lui si tratta di una prova anche atletica considerando che il 27 settembre, solo due giorni prima dunque del debutto, inaugurerà il festival Verdi di Parma come Macbeth.
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