Al Teatro Massimo di Palermo, la prima volta di Idomeneo

Una scena dell'Idomeneo di Mozart
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Giovedì 18 Aprile 2019, 22:22
Al Teatro Massimo di Palermo va in scena il 18 aprile alle 20.30 per la prima volta Idomeneo di  Mozart. L’opera vedrà sul podio Daniel Cohen, che al Teatro Massimo ha diretto A Midsummer Night’s Dream di Britten, e sarà presentata nella regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, allestimento creato per il Teatro delle Muse di Ancona, regista collaboratore e light designer Massimo Gasparon, movimenti scenici curati da Deda Cristina Colonna.

Debutta nel ruolo di Idomeneo René Barbera, tenore che a Palermo è già stato protagonista ne
La Cenerentola rossiniana e ne La traviata; ad alternarsi con lui nel ruolo del re di Creta sarà Giulio Pelligra.

Nella versione originale di Monaco, che è quella prescelta in questa occasione, sono in scena tre soprani nei ruoli del principe Idamante, figlio di Idomeneo, e delle due principesse, la troiana Ilia e l’argiva Elettra: le interpreti saranno la giapponese Aya Wakizono (Idamante), Carmela Remigio, che a Palermo ha debuttato giovanissima e Giuliana Gianfaldoni (Ilia) ed Eleonora Buratto e Soula Parassidis (Elettra).

Completano il cast i tenori Giovanni Sala (Arbace), Carlos Natale (Gran sacerdote) e Renzo Ran (La voce). Il Coro del Teatro Massimo sarà diretto dal maestro Piero Monti.

Idomeneo, composta nel 1781 per il Residenztheater di Monaco, era l’opera preferita da Mozart, che tentò anche di riproporla poi a Vienna, preparandone una seconda versione con alcune modifiche che però ebbe solo un’esecuzione privata. Nel rapporto padre-figlio di quest’opera, segnato da conflitti nonostante l’amore profondo tra i due, è probabile che Wolfgang ritrovasse il suo rapporto con il padre Leopold, identificandosi con Idamante, addolorato dalle delusioni che infligge al padre ma pure deciso a proseguire nel proprio cammino, anche quando questo significa andare “ramingo e solo”, come canta nel grande quartetto del terzo atto.

Un elemento che appartiene anche alla biografia di Pier Luigi Pizzi, che per Idomeneo ha scelto un classicismo spoglio, dove il bianco della scena fa risaltare i costumi inizialmente neri – per il lutto dei prigionieri troiani, ma anche del popolo cretese che dapprima dispera di veder tornare il proprio re, poi è afflitto dal mostro marino – e poi man mano bianchi: spiccano il vestito viola di Elettra e il manto rosso cupo di Idomeneo, i due personaggi straziati dalla gelosia e dal rimorso, che infatti si allontaneranno dal tripudio generale finale.

Il lieto fine sarà riservato ai personaggi che hanno saputo perdonare: Idamante, che si è offerto alla morte assolvendo il padre che lo sacrifica, e Ilia, che perdona a Idomeneo e a tutti i greci lo sterminio della sua famiglia e del suo popolo; e l’opera si conclude infatti con una grande invocazione all’amore.
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