Anteprime e flash mob, Bach e Hendrix, la danza a Roma torna in “Equilibrio”

The Seven Sins che inaugura il 7 febbraio il festival Equilibrio
di Simona Antonucci
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Sabato 21 Gennaio 2023, 11:43

Coreografie ispirate ai peccati capitali e ai discorsi su Spinoza tenuti da Deleuze a Parigi. I balli in pista e quelli bavaresi. Passi nella mitologia e nella Bibbia. Con musiche di Bach, Vivaldi o Jimy Hendrix. È il movimento umano nel tempo e nello spazio ad andare in scena per la 17esima edizione del Festival Equilibrio, dedicato alla danza contemporanea, al Parco della Musica, dal 7 al 25 febbraio. «Il programma di Equilibrio 2023», spiega il curatore Emanuele Masi, «mostra quanto possa essere varia la materia con la quale coreografi e coreografe possono dare forma ai propri spettacoli. Le fonti del processo creativo potranno essere partiture barocche o rock, lezioni universitarie o la mitologia greca e i vizi capitali della cristianità, ma anche e soprattutto danza, magari riscritta a sua volta, e poco importa se si tratti di una classicissima Bayadere o dei balli tradizionali tirolesi».

 

I PROTAGONISTI

La rassegna, firmata per il secondo anno consecutivo da Masi, si espande nella città (oltre al Parco della Musica, anche il teatro Argentina e il Palladium) e si allunga a tre settimane, con 11 serate, 15 coreografi, 4 prime italiane, due performance per famiglie e una Notte all’Auditorium per bambini, e poi flash mob, talk e video. «Si rinnova la collaborazione con il Teatro di Roma per il ritorno del coreografo greco Dimitris Papaioannou. Consolidato anche il legame con l’Accademia Nazionale di Danza», aggiunge l’ad del Parco della Musica Daniele Pitteri, «i cui studenti metteranno in scena, la sera dell’inaugurazione, nella Cavea, un estratto dalla coreografia Folks-S firmata dal Leone d’Oro Alessandro Sciarroni sulle musiche di Pablo Esbert Lilienfeld. E annunciamo, invece, la collaborazione con il centro di produzione Orbita - Spellbound, nell’ambito del focus su Virgilio Sieni. Riuscendo a fondere in sé diverse discipline del contemporaneo, il festival si inserisce perfettamente nelle linee guida della Fondazione».

The Seven Sins

Per l’inaugurazione, il 7 febbraio, la Gauthier Dance presenta The Seven Sins: i sette peccati capitali interpretati da sette coreografi, Aszure Barton, Sharon Eyal, Goeck, Marcos Morau, Hofesh Shechter, Sasha Waltz e Sidi Larbi Cherkaoui che diresse le prime edizioni del festival.

Il 9 il testimone passa a Virgilio Sieni con Le tue labbra (dal Cantico dei Cantici con musiche dal vivo di Roccato): spettacolo che si inserisce nel focus dedicato al coreografo italiano e che prosegue e si sviluppa al Teatro Palladium con un altro titolo inserito nella stagione di Orbita, Satiri, in scena il 10 febbraio. L’11 Bayadere di Michele Di Stefano, rilettura di un classico ottocentesco, e dall’16 al 19 al teatro Argentina Ink, del visionario Papaioannou: tra i maggiori protagonisti della scena internazionale, evoca antichi miti e li propone attraverso una lente contemporanea.

Giro di pista

Notte a Teatro, il 18 (un gruppo di bambini e bambine tra i 7 e i 12 anni potrà trascorre un’intera notte dormendo in sacco a pelo in Auditorium) e risveglio con Giro di pista (ballo per famiglie), con Ambra Senatori e Marc Lacourt, il 19. Il 20 riflettori su Preljocaj che presenta in prima italiana Deleuze/Hendrix: le registrazioni audio dei corsi su Spinoza tenuti da Gilles Deleuze all’Università di Parigi VIII a Vincennes negli anni ‘80 incontrano la musica potente di Jimi Hendrix. Il 22 Olivier Dubois presenterà in prima italiana Tragedie, new edit, un poema coreografico per 18 danzatori, riallestito a dieci anni di distanza: una danza ipnotica, con figure completamente nude e immerse in un’oscurità a tratti quasi assoluta.

 Ballet de l’Opéra de Lyon

Gran finale il 25 con Sciarroni, il Ballet de l’Opéra de Lyon e la rilettura (con Folk-s) dei balli popolari bavaresi,  Schuhplatter, che consistono nel colpire le scarpe, le cosce e i polpacci con le mani: «Sono considerati una danza minore eppure hanno mille anni di storia», spiega, «ci allontaniamo dai cliché dei boccali di birra e cerchiamo di entrare dentro un comportamento del genere umano. Andremo avanti con lo spettacolo finché ci saranno spettatori in sala e danzatori in scena. In calendario anche due appuntamenti di video-danza, con i lavori di Cristiano Leone e Matteo Maffesanti. Un programma variegato che restituisce le diverse suggestioni dello spettacolo contemporaneo. «Perché la danza», ha commentato il coreografo Leone d’oro, «è il contenitore più accogliente che c’è»

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