Una bionda che conta, come cantava Miss Keta nel 2018. Che conta almeno da quando il cinema, e la tv, si sono finalmente accorti di lei. All'alba dei 47 anni, l'italo-slovacca Barbora Bobulova nata a Martin, nel cuore della Slovacchia, oggi residente a Roma - ha conquistato martedì scorso la prima serata di Rai1 con la serie Studio Battaglia (stasera la seconda puntata), in cui interpreta un'avvocatessa divorzista nel remake della serie The Split di Bbc. «Mai voluto sposarmi - racconta lei, due figlie con l'ex compagno Alessandro Casale, regista - Per me il buon matrimonio dovrebbe essere l'epilogo di una storia, non l'inizio. Io mi vedo sposa a ottant'anni. Ma devo ancora trovare la persona che la pensa come me. Siamo in minoranza».
L'AGENDA
Dopo aver raccolto 4.183.000 di spettatori su Rai 1, vincendo la serata di martedì scorso con uno share del 18.9, Bobulova si prepara a un altro paio di apparizioni in tv, nella serie Sopravvissuti (Rai 1) e Il re (Sky Atlantic), mentre corona un sogno: recitare con Nanni Moretti nel suo prossimo film, Il sol dell'avvenire. «Nanni in passato mi fece fare dei provini, ma niente.
I CONFLITTI
Poche, nel Paese, anche le parti di primo piano disponibili per le attrici: «Ruoli come quello di Anna Battaglia a volte capitano. Il problema è che tra l'uno e l'altro passano dieci anni. Sono rari, forse più comuni in tv che al cinema, dove i personaggi femminili veri te li devi andare a pescare. L'anno scorso ai David di Donatello era difficile anche solo trovare cinque attrici che si potessero definire protagoniste. Sui ruoli maschili invece c'era l'imbarazzo della scelta. Il cinema italiano è ancora troppo maschile». E mentre la sua carriera rinasce in Italia, il paese che l'accolse nel 1997 con il battesimo sul set de Il principe di Homburg di Marco Bellocchio, Bobulova mantiene ancora i contatti con la Slovacchia, dove ha un pezzo di famiglia e di cuore: «Mia sorella vive là, e come tutti anche loro sono scioccati da quello che sta succedendo in Ucraina. Vedere ancora oggi i carri armati per le strade d'Europa fa impressione. È una guerra che andava evitata, possiamo solo sperare che finisca presto».