Frida Tour, The Kolors al Quirinetta: «Torniamo alle origini, nei club»

Frida Tour, The Kolors al Quirinetta: «Torniamo alle origini, nei club»
di Rita Vecchio
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Lunedì 5 Marzo 2018, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 19:38
Il grande pubblico li conosce per Amici di Maria De Filippi. E ora anche per Sanremo dove hanno esordito con Frida (Mai, mai, mai). Ma i The Kolors nascono nei piccoli club. Ed è lì che ritorna il trio formato da Antonio Stash Fiordispino (voce e chitarra), dal cugino Alex (batteria) e Daniele Mona (synth) con il nuovo tour. Questa sera saranno al Quirinetta per il secondo di cinque appuntamenti del Frida Tour che porterà la band napoletana a suonare nei locali. «È un live disegnato per il club», racconta Stash che da poco è tornato a esibirsi sul palco di Amici dopo la vittoria del 2015. «Un concerto che ci ricorda quando facevamo la gavetta nei localini. Quel tipo di suono fa parte del dna della band. Ci troviamo a nostro agio. Noi siamo partiti così e non dalla tv».
In scaletta le loro hit come Everytime, What happened Last night e Crazy fino al brano sanremese. Un live crudo, senza tanti effetti speciali: così promettono. «Sarà tutto meno pettinato», scherza Stash che su Instagram ha appena postato una foto con i capelli tinti tra il biondo e il bianco, scatenando i fan. «Sì è vero mi sono colorato da solo i capelli, e ho fatto un disastro. Il live, preparato a tempo zero, sarà senza ospiti».
Un ritorno al passato. «Fare underground dopo il talent è un po' difficile. Diciamo che oramai in Italia questo genere non esiste più. Piuttosto userei il termine meno televisivo. Quando suonavamo nei localini avevamo un pubblico diverso, fatto solo da alternativi, calza rete e chiodo».

IL PROGETTO
Una visione della musica che «sicuramente esprime un atteggiamento diverso rispetto al concertone. Quello che faremo in un futuro vicino è un progetto che ha orizzonti più ampi, compreso l'uso dell'italiano. Dopo Sanremo ci sentiamo più vicini alla gente di tutti i giorni, quella che becchi al supermercato a fare la spesa. In quella settimana del Festival avevamo un feedback incredibile. Vogliamo continuare su questa strada, senza dimenticare da dove proveniamo».
Usciti dalla gabbia dell'inglese con Frida a Sanremo, «mi sono sentito a mio agio a cantare nella mia lingua e continuerò a usarla», dice Stash che legge saggi orientali («non per religione, ma perché mi aprono la mente») e che si definisce coraggioso. «Quello che ho in comune con chi ha fatto la storia è la non paura di mettersi a nudo. Quando ho indossato la felpa di Amici, ho capito di essere uncool e che sarebbe stato l'unico modo per comunicare alla gente. Io non ho mai avuto paura a ricominciare da zero». E sull'underground ripete: «Non esiste più oggi. L'idea di tornare a fare i live nei club come quello del Quirinetta di stasera mi inorgoglisce».
Teatro Quirinetta, via Marco Minghetti 5, ore 21.
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