Con Wellber el'Orchestra della Rai, la monumentale Messa di Mozart

Omer Meir Wellber
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Lunedì 25 Marzo 2019, 19:23
«Ho fatto realmente una promessa dal profondo del cuore e spero vivamente di poterla mantenere. Quando l’ho fatta mia moglie era ancora sofferente… A testimonianza del mio voto c’è la partitura di mezza Messa sul mio scrittoio».

Così Wolfgang Amadeus Mozart annuncia, in una lettera al padre Leopold nel 1783, la nascita della monumentale Messa in do minore KV 427 per soli, coro e orchestra che l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai propone giovedì 28 marzo alle 20.30 (turno rosso) all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino e in diretta su Radio3, con replica venerdì 29 marzo alle 20 (turno blu).

Rimasta incompiuta, la Messa in do minore è proposta nella nuova edizione critica completa curata nel 2005 dal pianista e musicologo americano Robert D. Levin, che ha integrato le parti mancanti del Credo e ricostruito l’Agnus Dei conclusivo. Sul podio dell’Orchestra Rai è chiamato, dopo gli ultimi concerti nel 2015, il giovane Omer Meir Wellber, Direttore ospite principale alla Semperoper di Dresda dal 2018, che da quest’anno è anche Direttore principale della BBC Philharmonic di Manchester e dal 2020 sarà il nuovo Direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo.

Già Direttore musicale al Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia dal 2010 al 2014, Wellber è ospite regolare di importanti formazioni come l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia e la London Philharmonic Orchestra e di teatri prestigiosi quali la Bayerische Staatsoper e l’Opera israeliana.

All’attività da direttore d’orchestra affianca da tempo la promozione di progetti di integrazione musicale nel suo Paese natale, Israele. Fra questi la sua Raanana Symphonette Orchestra, che dal 2009 ha coinvolto ogni anno più di 70.000 bambini, e il programma Sarab – Strings of Change (in arabo “oasi”), che porta l’educazione al suono fra i giovani beduini del Negev, luogo fra i più discriminati della società israeliana.

A interpretare la Messa in do minore è chiamato un quartetto di voci di fama internazionale: il soprano canadese Emily Dorn,che si è recentemente distinta nel ruolo di Susanna nelle Nozze di Figaro di Mozart alla Semperoper di Dresda sotto la direzione dello stesso Wellber; il mezzosoprano svedese Katija Dragojevic, nota per aver interpretato Zerlina in Juan (2010), il film di Kasper Holten liberamente ispirato al Don Giovanni di Mozart; il tenore tedesco Patrick Grahl, reduce dal Requiem di Mozart alla Bachakademie di Stoccarda sotto la bacchetta di Hans-Christoph Rademann; il basso ungherese István Kovács, già protagonista della Messa in do minore con l’Orchestra del Mozarteum diretta da Ivor Bolton al Festival di Salisburgo nel 2001.

Insieme a loro il Coro Maghini istruito da Claudio Chiavazza, di ritorno all’Orchestra Rai dopo il successo dello Stabat Mater rossiniano nella scorsa stagione. Ultima grande pagina sacra mozartiana prima del Requiem, scritta fra Salisburgo e Vienna, la Messa in do minore rappresenta una delle maggiori prove della maturità stilistica e spirituale dell’autore.

Concepita per invocare la guarigione della moglie Konstanze da una malattia a pochi mesi dal matrimonio e rimasta incompiuta per privilegiare lavori più urgenti, non dipende da alcuna committenza.
Libertà che permise a Mozart di avvicinare questa Messa al linguaggio del melodramma, senza i vincoli stilistici imposti fino ad allora dall’arcivescovo Colloredo.
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