Vinicio Capossela: «Rompere l'ordine per creare nuove idee»

Vinicio Capossela: «Rompere l'ordine per creare nuove idee»
di Fabrizio Zampa
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Sabato 19 Agosto 2017, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 00:21
All'incontre' R, con la R alla rovescia, come se la leggessi in uno specchio: ecco lo slogan dello Sponz Fest, che comincia lunedì e il cui sottotitolo è Rivoluzioni e mondi al Rovescio, anche qui con la R alla rovescia. All'incontre' R è il grido di battaglia delle quadriglie comandate da sposalizio dell'Alta Irpinia: nel momento culminante del rito dionisiaco della fertilità, quando altro non si può fare che aumentare l'euforia, il Dio della dissipazione, che fa cadere spossati come baccalà, ordina l'insensato: cambiare il giro di danza, rompere l'ordine, creare nuovo disordine, rinnovare la vitalità.

CENTENARIO
Ricordiamo che il 2017 è il centenario della rivoluzione russa, e quindi è il momento di sperimentare il rovesciamento del mondo, invitando pubblico e comunità a porsi dalla parte «altra dell'abitudine, a scardinare tutto e creare un momento di resistenza a un mondo che va sempre più irrigidendosi nelle visioni», esordisce Vinicio Capossela. Non c'è niente da fare, anche adesso che ha 51 anni (52 il 14 dicembre) il cantautore, scrittore e musicista parla solo di ciò che gli sta a cuore, e in questo momento gli sta a cuore lo Sponz Fest: l'ha ideato e diretto, da 5 anni si svolge a Calitri, terra dura in provincia di Avellino, in Alta Irpinia, luogo di nascita del padre Vito prima di emigrare in Germania dove Vinicio è nato ad Hannover.

Nuovi progetti, nuovi dischi, nuove informazioni? «È inutile conoscere, molto meglio supporre», premette lui, che ha appena vinto l'ennesimo riconoscimento del Club Tenco per l'album Le canzoni della Cupa (richiedeva tempi agricoli, e per questo gli è costato ben 13 anni di lavoro) nonché il premio Lunezia.

E va avanti. «Anche il programma scorrerà al contrario: l'evento di chiusura sarà il secondo giorno e quello di apertura l'ultimo giorno, dopo una prima giornata, lunedì 21 agosto, in cui non succederà nulla, come la domenica biblica, momento del riposo dopo la creazione - spiega -. Navighiamo su un tempo In senso inverso, come il titolo di un romanzo di Philip Dick, o quello che si riavvolge in Un'altra giovinezza di Coppola, tratto dal libro dello storico delle religioni rumeno Mircea Eliade». Ok, ci arrendiamo.

Che altro? «Anche stavolta arrivano tanti ospiti, dal chitarrista americano Marc Ribot al sassofonista Daniele Sepe, da Massimo Zamboni, fondatore dei CCCP, al solista di liuto cretese Georgos Xilouris, dal batterista australiano Jim White fino a Emir Kusturica con la No Smoking Band, che suonerà il 23 nella grande parata insieme alla Fanfara Dobranoitch da San Pietroburgo, che si è esibita dappertutto, da Odessa al Circolo Polare Artico. E poi mille altri: Erri De Luca, Gianni Mura, la Notte del Tamburo con la tarantatrance di Antonio Infantino, l'archeologo Giampiero Galasso, Federico Maria Sardelli con la sua musica antica, il geologo Luigi Zarrili, il flautista e esploratore sonoro Fabio Mina, il chitarrista Vincenzo Costantino Cinaski...». Il tutto, dal 21 al 27 agosto, fra concerti all'alba, musica, teatro, danza, reading, proiezioni, notti a osservare le stelle e a bere vino nelle grotte di Calitri, escursioni di trekking, laboratori per bambini, chiacchiere musicali in barberia, persino una riapertura temporanea della storica ferrovia Avellino-Rocchetta.

E ancora arte contemporanea (in SponzArt, a cura di Mariangela Capossela), con un campo di calcio in led realizzato in un bosco da Michele Mariano, fino alla Libera Università dei Ripetenti, un ciclo con alcuni esponenti del mondo culturale, dei media e del sociale che si aprirà con un incontro sulle rivoluzioni nel mondo arabo con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, e la scienza della docente e giornalista scientifica Alessandra Viola e del ricercatore di fisica sperimentale Piero Martin. «È l'unica e rivoluzionaria scuola della vita, istituzione che capovolge gli equilibri razionali e quotidiani, con tante lezioni che hanno come tema il contrario» chiarisce Vinicio.

VIVERE L'ESPERIENZA
Di questo festival a che cosa tiene in particolare? «Sponz è per chi ha voglia di venire in Irpinia per un'idea. Il pubblico non lo fanno i nomi nei cartelloni, ma la voglia di trascorrere giorni vivendo l'esperienza. Cerchiamo di lottare perché le cose non si separino dai luoghi e io tengo a quest'esperienza della terra, della luce, dello spazio, che è il nostro scheletro e il nostro polmone d'aria e di immaginazione. Anche per questo partiamo dalla fine e arriviamo all'inizio».

 
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