Marcia trionfale per Villa Verdi: concerti da Milano a Palermo, da Roma a Trieste, per sostenere il progetto di salvaguardia della casa museo del compositore

Il ministro Sangiuliano presenta Viva Verdi: 14 concerti delle fondazioni lirico sinfoniche italiane per sostenere l'acquisizione della tenuta di Sant'Agata. Al via il 10 a Verona, gran finale alla Scala il 15 giugno: "Diventerà un luogo della memoria e dell’identità nazionale"

Villa Verdi: la celebre tenuta a Sant Agata di Villanova sull Arda, nel Piacentino
di Simona Antonucci
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Giovedì 2 Febbraio 2023, 21:51 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 11:10

Verdi torna a casa, accompagnato da una marcia trionfale. Saranno le orchestre di tutti i teatri lirico-sinfonici italiani e delle due fondazioni autonome del Teatro alla Scala e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, a suonare in sostegno del progetto di salvaguardia, promozione e valorizzazione di Villa Verdi: la celebre tenuta di Sant'Agata di Villanova sull'Arda, nel Piacentino, dove vennero composti Rigoletto e Traviata, destinata a essere messa in vendita all’asta,  verrà invece acquisita dallo Stato. «Per farne un luogo della memoria e dell’identità nazionale», annuncia il ministro della Cultura Sangiuliano.

 

RAI CULTURA

Ai venti milioni stanziati dalla legge di bilancio, si aggiungeranno i proventi delle quattordici rappresentazioni di musiche e opere verdiane che attraverseranno l’Italia, da Verona (il 10 febbraio), alla Scala di Milano (il 15 giugno). A Bologna, il 26 febbraio, l’evento clou, ripreso in diretta da Rai Cultura (e riproposto su Rai 3) media partner del programma: un gala, diretto da Daniel Oren, che celebra anche l’inaugurazione della nuova sede della Fondazione dove si svolgerà l’attività del Comunale, inagibile per lavori di ristrutturazione.

TEATRO DELL'OPERA DI ROMA E SANTA CECILIA

Due le tappe romane: il 14 febbraio, la prova aperta del Requiem di Verdi, diretta dal maestro Michele Mariotti al Costanzi, e il 28 maggio a Santa Cecilia, la conferenza concerto di Augias “Verdi, la Traviata e l’identità nazionale”. Il 23 febbraio prova generale di Aida al Regio di Torino; il 16 marzo l’Ernani alla Fenice di Venezia; I due Foscari il 28 marzo al Carlo Felice di Genova; il 31 in scena Cagliari; il 18 aprile Palermo; il 19 aprile Trieste; il 20 aprile al Petruzzelli di Bari l’anteprima di Attila; il 7 maggio recital al San Carlo; il 10 sinfonie, cori, ballabili di Verdi diretti dal maestro Gatti al Maggio fiorentino.

IL TEATRO ALLA SCALA

Alla Scala, dove è nata l’idea, grazie al sovrintendente Meier in sintonia con il ministro Sangiuliano, gran finale con le prove aperte del Macbeth, il 15 giugno. Ma la marcia trionfale non si fermerà a giugno e andrà avanti anche in estate: il festival Verdi di Parma ha aderito all’iniziativa, a Santa Cecilia verrà programmata la Messa da Requiem in Cavea, mentre il presidente della Commissione Cultura Mollicone pensa a un incontro con l’assessore capitolino Gotor e il sovrintendente dell’Opera di Roma Giambrone per studiare nuovi appuntamenti nella Capitale.

Garibaldi, Mazzini e Cavour

«Giuseppe Verdi è stato un personaggio chiave del Risorgimento nazionale, una figura di rilievo insieme a Garibaldi, Mazzini e Cavour. È un dovere della Repubblica onorarne la memoria», ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, presentando l’iniziativa “Viva Verdi”, insieme con il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, il maestro Beatrice Venezi, consigliere per la Musica, il presidente dell’Agis, Francesco Giambrone (anche sovrintendente dell’Opera di Roma) e Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura.

E mentre si delineava il percorso di questo itinerario verdiano che porterà alla nascita di una Fondazione, scorrevano le immagini della casa di campagna, dove il maestro viveva con la seconda moglie Giuseppina Strepponi e che costituì la sua principale abitazione a partire dal 1851 fino alla sua morte: i suoi papillon, il pianoforte, gli alberi del giardino, il letto dove risposava da solo perché era proprio durante la notte che si accendevano i lampi di genialità.

LA FONDAZIONE

«Quando ho assunto l’onore di essere ministro», continua Sangiuliano, «uno dei primi problemi che si sono palesati è stato quello del destino della villa. Io non ho avuto mai un attimo di esitazione nel pensare che dovesse essere acquisita dallo Stato: Verdi rappresenta un elemento chiave della nostra memoria nazionale». Il progetto, con l’acquisizione della Villa e la gestione della Fondazione, punta a trasformare la residenza del compositore «nell’epicentro di un mondo verdiano: non va dimenticato che c’è un bellissimo parco che si presta ad organizzare anche concerti estivi». «Quando sono andato a visitare la villa», ricorda il ministro, «mi sono emozionato: c'è una delle prime edizioni dei Promessi Sposi, il pianoforte dove componeva, la lettera con cui Cavour lo invitava a candidarsi per entrare nel Parlamento nazionale. Ognuno di quei cimeli custoditi ci rimanda alla storia, alla nostra storia nazionale».

BEATRICE VENEZI

«La musica», interviene il maestro Venezi, «ha un enorme potere poiché può essere veicolo di valori, di identità, di un immaginario collettivo, come accade nella musica di Giuseppe Verdi. L’acquisizione di un luogo simbolo in cui a lungo visse e operò uno dei padri della musica italiana, è un’operazione di grande valore che esalta ulteriormente il legame con le nostre radici». «Una bella storia italiana», conclude Giambrone, «il mondo dello spettacolo in maniera compatta saluta con favore questa importante iniziativa che ha il merito di valorizzare la figura di Giuseppe Verdi come elemento identitario del patrimonio culturale italiano».

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