La proposta al governo è stata lanciata da IMAGinACTION, il Festival internazionale dedicato ai videoclip musicali giunto alla seconda edizione e ospitato fino a domani a Cesena, e Fimi (Federazione industria musicale italiana). Per lo Stato italiano, infatti, il videoclip, nonostante negli anni sia cresciuto come forma d’arte, non può godere del «tax credit». Al pari dei film porno. La questione, ha sottolineato il ceo della Fimi Enzo Mazza, riguarda la legge n. 220 del 14 novembre 2016 sulla «Disciplina del cinema e dell’audiovisivo» che vede i video privati di alcuni vantaggi fiscali in quanto considerati «a carattere promozionale di un artista» (quindi alla stregua di uno spot pubblicitario). La petizione può essere consultata sul sito www.imaginactionvideoclipfestival.com.
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