U2, all'Olimpico la notte del rock che ha fatto la storia

U2, all'Olimpico la notte del rock che ha fatto la storia
di Marco Molendini
3 Minuti di Lettura
Sabato 15 Luglio 2017, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 10:33

Il menu è pronto, cucinato lungo un tour che viaggia già da due mesi e che da stasera pianta il suo albero di Joshua allo stadio Olimpico. Tornano gli U2 con un concerto autocelebrativo (più la replica di domani) che non rinuncia alle magnificenze sceniche a cui la band irlandese ha abituato il suo pubblico (e anche questa volta gli occhi avranno la loro parte a cominciare da un mega schermo su cui verranno proiettate le immagini scelte da un maestro del gusto come Anton Corbjin). E, siccome c'è da festeggiare l'album che per Bono e compagni ha significato il salto definitivo ecco che la scaletta non fa sconti: in Joshua tree c'è tutto, dall'inizio alla fine, con i suoi undici titoli (a cominciare da pezzi storici come Where the streets have no name a With or without you, a cui la band irlandese non ha quasi mai rinunciato).

È il centro del concerto, ma con l'accortezza di raccontare un mondo che non è più quello di trent'anni fa. Ci pensano i suoni, la maturità di Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen jr. sperimentata in questi tre decenni di folgorante cammino. E ci pensano proprio le immagini, ecco il ruolo fondamentale di quello schermo gigante che trasferisce l'intero materiale narrativo di quelle canzoni ai tempi nostri. Insomma il viaggio è dall'era di Reagan e della signora Thatcher a quelli cotonati di Donald Trump. Ed è quanto basta per aspettarsi un bel confronto fra la spontaneità degli U2 degli esordi (abbiamo ancora negli occhi e nelle orecchie, la forza del concerto allo stadio Flaminio, proprio con il Joshua tree originale) e la band di oggi. In fondo la proposta che fanno è un bel rischio, confrontarsi con se stessi. Ma è anche la prova che questi signori ultracinquantenni conservano tutt'ora l'energia, l'entusiasmo e l'idealità che avevano quando di anni ne avevano poco più di venti.

LA SFIDA
Una sfida con se stessi che è quanto basta per rendere il concerto un avvenimento, come del resto sono stati tutti i concerti degli U2, band amatissima nel nostro paese e lo dimostrano i numeri, visto che quelli romani, gli unici italiani di questo viaggio, sono rispettivamente il trentesimo e il trentunesimo fatti in Italia e che metteranno insieme quasi 120 mila persone (60 mila a serata, più o meno).

Quanto al resto della scaletta parte ancora da più lontano, offrendo quasi un prologo della storia con Sunday bloody sunday e New year's day, entrambe dell'83, e poi Bad e Pride (in the name of love) dell'84. Dopo il rosario degli unidici titoli di The Joshua tree, spazio ai bis con Miss Sarajevo, Beautiful day, Elevation, Vertigo, Mysterious ways, Ultraviolet (Light my way), One. Almeno stando a quanto hanno fatto a Berlino, ultima tappa prima di Roma, perché questa parte della scaletta è stata soggetta a variazioni di data in data con l'inserimento in alcune serate anche della nuova The little things that you give away, che farà parte del prossimo album Songs of innocence.

Stadio Olimpico, oggi e domani, ore 21

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA