Prendete tre virtuosi come Faso, Christian Meyer e Alessio Menconi, vale a dire un terzo degli Elio e le Storie Tese e uno dei più richiesti chitarristi italiani, già al fianco di Tullio De Piscopo, Franco Cerri e Paolo Conte, e metteteli sullo stesso palco. Nasce così il Trio Bobo, che dopo il successo della prima data a Roma di ieri sera torna questa sera in concerto all’Elegance Cafè per presentare l’ultimo album “Sensurround”, il terzo inciso dalla formazione dopo l’eponimo disco d’esordio “Trio Bobo” del 2005 e “Pepper Games” del 2016. L’idea alla base del progetto è molto chiara: musica ben composta e registrata live da uomini in carne ed ossa, come si faceva negli Anni ’70.
«Devo dire che sono molto contento del successo che stanno avendo i Maneskin anche oltreoceano, negli Stati Uniti: vanno in controtendenza rispetto a ciò che negli ultimi anni ha dominato le classifiche di vendita. Sarebbe bello se in seguito al loro boom si riscoprisse la musica suonata, ma suonata davvero, niente a che vedere con i suoni riprodotti al pc tramite i software di composizione e tutti quei trucchetti tecnologici che hanno un po’ stufato. Non me ne vogliamo i consumatori di autotune, ma quella roba lì a me sembra una sorta di doping», dice Faso, vero nome Nicola Fasani, 56 anni, da più di trenta bassista degli Elio e le Storie Tese, con i quali ha inciso dieci album in studio (l’ultimo, “Figgata de Blanc”, risale al 2016), vinto due volte il premio della critica a Sanremo (nel 1996 con “La terra dei cachi” e nel 2013 con “La canzone mononota”), conquistato il best italian act agli European Music Awards di MTV (nel 1999) e fatto centinaia di concerti in palasport e teatri.
Sul palco e in studio – basti ascoltare i loro dischi – Faso, Christian Meyer e Alessio Menconi danno vita a un’esperienza sonora intensa, coinvolgente e divertente, spaziando dal jazz al rock, dal blues al progressive, dal funk ai ritmi africani. «Il gruppo è nato vent’anni fa, nel 2002.