Tiziano Ferro, in uscita "Il mondo è nostro": il nuovo album con 13 inediti per fare pace con il passato

Un disco di bilanci, riflessioni e rivalsa in cui emerge anche il tema dei diritti. "In Italia siamo molto indietro" ha dichiarato il cantautore di Latina

Tiziano Ferro presenta il nuovo album "Il mondo è nostro"
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Lunedì 7 Novembre 2022, 20:02 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 00:07

Tiziano Ferro torna a tre anni dall'ultimo album con "Il Mondo è nostro", in uscita l'11 novembre per Virgin Records/Universal Music Italia. Un disco di bilanci, intimo, delicato ma anche amaro, dove l'artista di Latina si mette a nudo tra depressione, omogenitorialità e rivalsa. È un senso di rivincita a dominare l'ultimo lavoro musicale, nel quale la sincerità è bella ma si paga a caro prezzo. «Se non avessi scelto a monte del mio percorso psicologico, che mi ha portato ad accettare la mia sfera sentimentale, di condividere questa mia parte personale con il pubblico, oggi non dovrei star lì a raccontare di quanto sia giusto essere padre o meno. La mia sincerità mi si è ritorta contro e quindi mi sono sentito solo e additato nella vita, ma non mi sono mai fermato». Un disco dove Tiziano sembra aver trasformato in opportunità la pausa imposta dalla pandemia: «In effetti è stato così. Credo che il ruolo dell'artista sia anche quello di creare un pò di luce in un momento di buio. Così ho cercato di raccontarmi e di dare la mia interpretazione della realtà».

 

"Il mondo è nostro": per l'estate tour negli stadi

A 42 anni Tiziano Ferro si guarda allo specchio senza paura per fare pace con il passato e aprire un nuovo capitolo della vita. La title track "Il mondo è nostro" vuole essere una riflessione sul ruolo dell'artista figlia della pandemia. «Durante quei mesi ho sentito l'obbligo morale di fare qualcosa.

Vedevo i medici che stavano salvando vite umane ed ero convinto che anche io, in quanto artista, avrei dovuto fare la mia parte. Se il mondo sta crollando, l'artista deve incitare, ispirare. Questo è il suo ruolo. Il mio» sottolinea Ferro. Nelle altre 12 tracce si trovano temi e stili musicali molto differenti tra loro. Dagli aspetti più travagliati del passato del cantautore al presente più sereno. Non mancano nemmeno collaborazioni speciali, come quello con thasup ("r()t()nda"), Ambra Angiolini ("Amabra/Tiziano"), Caparezza ("L'angelo degli altri e di se stesso") e due geni come Roberto Vecchioni ("I Miti") e Sting ("For her love"). «Prendo le collaborazioni come una sorta di possibilità di portare a casa un pezzo degli artisti che amo. Non riesco a non avere un atteggiamento da fan». A tutti gli artisti coinvolti, Tiziano rivolgerà un invito per l'estate 2023. «Spero che l'incrocio dei calendari ci permetterà di proporre qualche duetto dal vivo», dice. Dopo l'uscita dell'abum, infatti, il cantautore si dedicherà al grande ritorno live, dopo 6 anni, con 14 date negli stadi dal 7 giugno al 14 luglio. «Sento l'importanza di questo ritorno, ci sono fan che hanno comprato i biglietti 3 anni fa e hanno aspettato tutto questo tempo. Sono stato tra i pochi artisti che non è tornato nel 2022. Per me è stato importante potermi dedicare ai miei figli. E spero di portarli con me in tour, fargli vedere cosa fa il papà...».

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La battaglia di Tiziano per i diritti

Ferite e frustrazioni si respirano tra le canzoni di "Il mondo è nostro", dove il cantautore fa sentire la sua voce anche sul tema dei diritti in Italia. «Siamo molto indietro. E lo si deve fare a prescindere dalla direzione politica: inutile parlare di governo di oggi o di ieri, non credo sia cambiato molto con il nuovo esecutivo. E lo dico con tristezza. L'Italia è un Paese che ha bisogno di costruire e di crescere, mi auguro non si perda tempo a distruggere». Tiziano Ferro, che da tempo si spende per il riconoscimento dei diritti civili, presentando il suo nuovo disco non si tira indietro e torna a parlare della sua esperienza (con il marito Victor hanno adottato due bambini) e di quella di tanti altri. «Io parlo di una storia fatta di due padri, ma non c'è bisogno di arrivare a quello per capire quanto siamo arretrati. Ma sono ottimista: gli slogan in campagna elettorale sono una cosa, ma sarebbe assurdo dedicare tempo alla distruzione o a peggiorare la condizione di qualcuno. Togliere diritti a qualcuno non migliora la condizioni di nessuno». La vita lo ha portato a vivere negli Stati Uniti  anche per veder riconosciuti certi diritti civili che in Italia sono ancora lontani. «Siamo indietro. C'è urgenza di alzare l'asticella e lo si deve fare a prescindere dalla direzione politica: non credo sia cambiato molto con il nuovo esecutivo. L'Italia è un Paese che ha bisogno di costruire e di crescere, mi auguro non si perda tempo a distruggere. Io parlo di una storia fatta di due padri, ma non c'è bisogno di arrivare a quello per capire quanto siamo arretrati. Ma sono ottimista: gli slogan sono una cosa, ma sarebbe assurdo dedicare tempo a peggiorare la condizione di qualcuno. Togliere diritti a qualcuno non migliora la condizioni di nessuno».

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