Omaggio a Roma: passione al Massimo con la star Anna Netrebko e il marito Yusif Eyvazov

Anna Netrebko e Yusif Eyvazov in Omaggio a Roma al Circo Massimo
di Simona Antonucci
3 Minuti di Lettura
Venerdì 7 Agosto 2020, 12:02

La prima parola a lui, Otello, in abito scuro, le prende la mano, la bacia e: «Già nella notte densa s’estingue ogni clamor. Già il mio cor fremebondo s’ammansa in quest’amplesso e si rinsensa». E il pubblico si scalda. Risponde lei, Desdemona, in abito bianco con strascico e ricami dorati: «Mio superbo guerrier! Quanti tormenti, quanti mesti sospiri e quanta speme ci condusse ai soavi abbracciamenti!».
 

 


Con il fiato sospeso, immaginando il fuoco che di lì a poco incendierà il talamo della coppia verdiana, gli spettatori del Circo Massimo rispondono a tono, con uguale calore. Applausi appassionati per Anna Netrebko, soprano russo, 48 anni, star del mondo, e il tenore azero Yusif Eyvazov, 43 anni, protagonisti del concerto di giovedì sera , 6 agosto, “Omaggio a Roma” (in replica domenica) per la stagione estiva del Teatro dell’Opera: congiunti nell’arte e nella vita, e “immuni” alle regole sul distanziamento, hanno interpretato, dal palco maestoso nel cuore archeologico della città, e dallo schermo che ha ingigantito il loro trasporto, l’amore in tutte le sue sfumature, dalla carnalità alla vendetta, dal candore alla delusione.

Il tramonto diventa notte stellata e dopo Otello, ecco Federico, dall’Arlesiana di Cilea, a declinare il tema della gelosia. Mentre lei, dalla Tosca di Puccini, si appella ai Santi Tabernacoli, e sposta il dialogo amoroso verso la tenera innocenza di
Vissi d’arte. E poi ancora Puccini con Lucean le stelle e Mario Mario, quando compare Rusalka in Song to the moon, in un abito rosso lamè: “Luna, aspetta un po’, dimmi, dov’è il mio amato?”.

Poesia, poi l’affondo di lui con Turiddu della Cavalleria Rusticana: quando attacca “Mamma, quel vino è generoso” è tutto un luccichio di lacrime che inzuppano le mascherine. Anna e Yusif conquistano Roma con una cavalcata di “hit” della lirica che ha messo in risalto la potenzialità e vastità del loro repertorio, ma anche la naturale capacità di comunicare.

Quella di un uomo e di una donna, innamorati e emozionati, che tornano a Roma, dove sei anni fa, cantando insieme al Teatro dell’Opera, nella
Manon Lescaut diretta da Muti, si sono “dati la mano”. Lei, già all’apice della carriera, lo ha sedotto, lui, ancora un talento di splendide promesse, non l’ha abbandonata, nonostante la fatica di dover dimostrare di non essere “il marito di”. L’unione artistica e matrimoniale semina follower (600 mila a testa) e fan che seguono le loro carriere, personali o intrecciate, nei templi della lirica. Insieme, fino a che morte non li separi come nel duetto finale, e straziante, Vicino a te da Andrea Chénier di Giordano.

In platea, la sindaca Raggi, presidente della Fondazione, gli immancabili Giancarlo De Cataldo e Roberto D’Agostino, la diplomazia (Solvita Albotina, ambasciatrice della Lettonia) e il sangue blu (i principi Aldorandini e Ruspoli) e tanti romani che nel bis hanno dato sfoggio di entusiasmo richiamando i divi “sotto un manto di stelle” a concedere dopo il bis
Chitarra romana, accompagnami tu , O mio babbino caro e Nessun dorma

© RIPRODUZIONE RISERVATA