Skin con i suoi Skunk Anansie a Roma per un tour acustico: la mia scommessa è stare tranquilla

Skin
di Marco Molendini
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Lunedì 17 Marzo 2014, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 19:59
La vulcanica Skin promette che stavolta se ne star tranquilla in scena seduta su una sedia. E, per l'esuberante e fascinosa frontwoman degli Skunk Anansie, personaggio dalle tinte forti sul palco e nella vita (non ebbe problemi anni fa a dichiarare la sua bisessualità) immagine vivente del gruppo inglese diventata celebre per il suo cranio perfettamente rasato, non è promessa da poco.



Buona parte del successo della band è dovuta alla sua indubbia seduzione fisica sul palco, oltrechè alla sua voce. Ma stavolta per gli Skunk Anansie, la scommessa è diversa.



Si sono imbarcati in tour acustico nel quale hanno messo da parte i loro riff pesanti, il loro rock tosto e gagliardo. Una sorta di capriola per una formazione abituata a usare la prepotenza sonora degli strumenti elettrici. Ne viene fuori un ritratto intimo destinato, ovviamente, a spiazzare.



Le atmosfere «È vero a dominare sono atmosfere rilassate, completamente diverse dal passato» dice Skin, al secolo Deborah Anne Dyer, 47 anni. Se i Skunk possono raccontare vent'anni della propria storia, come faranno anche nella prossima data romana, mercoledì al Gran Teatro, lo devono anche alla scelta fatta cinque anni fa dalla loro vocalist di riprendere il filo interrotto, rientrare nei ranghi, rinunciare a dedicarsi esclusivamente alla carriera solista e rimettersi al servizio della comunità, conservando comunque spazi propri.



«Sì, sono passati vent'anni da quando abbiamo cominciato - ricorda - ma non abbiamo nessuna intenzione di celebrare in pubblico questo anniversario. Lo abbiamo fatto fra di noi con una torta, un po' di champagne e un party ad inviti».



Le celebrazioni È anche vero, però, che questo tour che va avanti ormai da tempo (esiste anche una documentazione discografica, An Acoustic Skunk Anansie - Live In London) è una forma celebrativa della band, visto che pesca abbondantemente nel loro repertorio. Durante la performance Skin e compagni (ovvero Cass, voce e basso, Ace, chitarra e voce, Mark Richardson, batteria) offrono una selezione ampia del loro songbook storico, pescando da album che li hanno lanciati negli anni 90 come Paranoid & Sunburnt (il disco del debutto), Stoosh (del 96) e Post Orgasmic Chill (del 97) e proponendo pezzi come Hedonism, Secretely, Charlie Big Potato, Selling Jesus, Weak oltre a canzoni degli ultimi album in studio (Squander!, Because of you, My ugly boy).



Certo, nella versione acustica tutto prende un aspetto diverso: «La prospettiva non può che essere diversa quando si è seduti sul palco e occorre concentrarsi molto sulla propria musica. In scena ci sono un entusiasmo e un'energia impossibili da falsificare.



Noi siamo orgogliosi di ogni album che abbiamo fatto, ma questa esperienza acustica è davvero qualcosa di speciale», rivendica la quarantaseienne signora di Brixton. E aggiunge: «Viene fuori un nuovo profilo fatto di bellezza e vulnerabilità che fa brillare le canzoni di nuova luce. E il pubblico ascolta davvero in modo concentrato, invece che saltare senza fermarsi un attimo come avveniva di solito nei nostri concerti. E per buona parte di loro è come vederci per la prima volta».



Ma, in tutto questo, c'è anche un aspetto personale che riguarda il suo modo di cantare: «Negli anni sono cambiata molto. Non dico come aspetto fisico, perché sono la stessa persona di quando avevo 26 anni. Ma la voce è nettamente migliorata è diventata più calda, più bassa e so usarla molto meglio». E continua: «Molti cantanti non amano la propria voce e, in qualche modo, sono anch'io molto insicura e ho timore ad esporre la mia voce senza che sia accompagnata da un suono. Mi sono chiesta: sono capace di cantare forte, ma posso farlo con la stessa intensità cantando piano?».



La risposta, implicita, è positiva. La verità è che Madame Skin oggi ha voglia di tranquillità in tutti i sensi: «Nella mia vita ho viaggiato tanto, ora desidero una casa col giardino, un posto tranquillo dove poter stare con la persona che amo».
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