Sanremo, l'ultima puntata fa il 41% di share. Persi 3,6 milioni di telespettatori. Fazio: «Ci rifletterò»

Fazio e Littizzetto
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Domenica 23 Febbraio 2014, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 07:22
Ascolti ancora in risalita per il festival di Sanremo: la finale, che ha incoronato Arisa, ha ottenuto nella prima parte 10 milioni 415 mila telespettatori pari al 41.09% di share, nella seconda 7 milioni 42 mila con il 53.45%; la media ponderata stata di 9 milioni 347 mila spettatori con il 43.51%. Rispetto alla finale del Festival di Sanremo dello scorso anno la trasmissione di ieri ha perso 3.649.000 ascoltatori il 10,29% di share.



I dati. La finale del festival ha guadagnato in media oltre 1,1 milioni e più di cinque punti di share rispetto alla serata dei duetti, che aveva fatto segnare 8 milioni 188 mila spettatori con il 37.97% (9 milioni 432 mila con il 36.97% nella prima parte e 4 milioni 915 mila spettatori con il 43.96% nella seconda).



Calo confermato. Si conferma il trend in calo rispetto al 2013: l'anno scorso la finale aveva ottenuto 13 milioni 635 mila spettatori pari al 51.97% nella prima parte e 10 milioni 349 mila con il 66.60% nella seconda, per una media di 12 milioni 997 mila pari al 53.80%. Il picco di ascolto è stato di 12.738.000 alle 22.09 durante il monologo di Maurizio Crozza, mentre quello di share è stato di 55,53% alle 0.15 durante la proclamazione dei tre finalisti.



Fazio si ricandida. Fabio Fazio è pronto a condurre di nuovo il festival: «Lo rifarei dieci anni di seguito. Perché no? Se mi viene un'idea volentieri», ha detto salutando i giornalisti in sala stampa la notte scorsa, prima di partire per Milano dove stasera condurrà Che tempo che fa, ospiti Stromae e Laetita Casta, reduci dal festival. «Lo rifarei in eterno, nei prossimi giorni ripasseranno malinconicamente tutte le cose belle». La tv, ha sottolineato Fazio, «è l'unico ambito in cui il giudizio è sempre ex post e deriva solo dalla lettura degli ascolti. Se si chiede un giudizio subito dopo una trasmissione, si ottiene una certa risposta; dopo la lettura degli ascolti la risposta cambia. Ma non stiamo parlando di una catastrofe: si usa la parola flop in modo sciocco, si è trattato di un ascolto inferiore rispetto all'anno scorso che ha tanti perché. A volte fa un po' sorridere l'imputazione di quelli che dicono 'non avete fatto questo o quello': un conto è il desiderio, un conto è il possibile».



Autocritica. Chiamato a darsi un voto, il conduttore ha sottolineato: «È molto difficile giudicare se stessi, se il metro di giudizio è solo l'ascolto non posso che riconoscere il calo e cercare di capire perché e se ci sono responsabilità. Naturalmente è un'analisi che farò. Quando si fa due volte la stessa cosa si è troppo aderenti alla prima, invece bisognerebbe avere la forza di azzerare tutto e non rifarsi mai a se stessi». Il festival, comunque, ha risposto alle sue aspettative: «La musica è stata inaspettata, i cantanti non erano sanremesi, gli ospiti internazionali fuori dall'ordinario, da Nutini a Cat Stevens, da Rufus a Damien Rice e Stromae. Ligabue due volte sul palco è stato un regalo meraviglioso. E poi Baglioni, Gino Paoli, il pop di Raffaella e Renzo Arbore, c'è stato tutto, una contaminazione nel segno, spero, dell'eleganza e dell'inedito. E Crozza non poteva andare meglio di così». La difficoltà di Sanremo, ha ribadito Fazio, «è che si prepara troppo tempo prima di quando si va in onda ed è una macchina molto complicata, ma è la cosa più bella che possa capitare».
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