Questo Sanremo s'ha da fare oppure no? Le misure per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 contenute nel nuovo Dpcm, che sarà in vigore da oggi al 5 marzo (il Festival è in programma dal 2 al 6 marzo), hanno colto di sorpresa la grande macchina organizzativa del Festival - Rai in testa - che speravano in un allentamento delle restrizioni: gli spettacoli in sale teatrali, sale da concerto e in altri spazi anche all'aperto che prevedano la presenza di pubblico restano invece sospesi. La notizia ha spinto i vertici di viale Mazzini a fissare una riunione per la metà della prossima settimana con tutte le parti interessate - Amadeus, Rai, Comune di Sanremo, sponsor - per decidere sul da farsi e per sciogliere il nodo sulle modalità operative del Festival, per poi far partire i tir da Roma.
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LE MISURE
Il rischio, in virtù delle nuove misure, è che la kermesse possa sì svolgersi, ma a porte chiuse.
Giovedì mattina ai microfoni di Rtl era stato Amadeus a confermare il progetto della nave da crociera, pensata come una bolla in grado di ospitare i 500 figuranti - previo tampone - della platea dell'Ariston, frutto della partnership con Costa: «Dal punto di vista tecnico scientifico una cosa un po' rischiosa, deve essere fatta col massimo rigore - ha commentato ieri a Un giorno da pecora su Rai Radio1, non senza perplessità, Walter Ricciardi, igienista tra i consulenti del Ministro della Salute Roberto Speranza - se per qualche motivo c'è qualche contagio la nave può diventare anche il luogo ideale per la diffusione. Servirebbero controlli quotidiani per tamponi rapidi e i protocolli su mascherine, il distanziamento dovrebbe essere ancora più sotto osservazione». Il Festival certamente si farà, perché la Rai non è affatto intenzionata a rinunciarvi: l'anno scorso la raccolta pubblicitaria ammontò a 37 milioni di euro. Ma risulta difficile credere che l'attuale situazione pandemica permetta lo svolgimento della kermesse - per citare Amadeus - nel «modo più normale possibile».
LE STRATEGIE
Non a caso negli uffici dei piani alti di viale Mazzini si parla già di un probabile ulteriore rinvio, in primavera, presumibilmente nella seconda settimana di aprile (subito dopo Pasqua, che quest'anno cadrà il 4 aprile), che però metterebbe a dura prova le legittime strategie di mercato degli sponsor, che dagli investimenti si aspettando grossi ritorni economici (cosa ne sarà, alla luce del nuovo decreto, del palco esterno in piazza Colombo?). Malumori anche tra i discografici, che hanno già fissato l'uscita dei progetti discografici dei cantanti in gara per l'inizio di marzo.
Per ora, da parte della Rai, non è arrivato alcun contrordine agli artisti e ai rispettivi collaboratori: le prove con l'orchestra restano confermate e si svolgeranno tra fine gennaio e i primi di febbraio a Roma, ospitate dagli Studios di via Tiburtina, con tutte le precauzioni del caso. Potrebbero fungere da prova generale per quella che all'atto pratico sarà l'organizzazione, in termini di sicurezza e di gestione del rischio di contagio, all'Ariston