Rossini Opera Festival di Pesaro: un successo da 16.500 spettatori

Una scena della "Semiramide" al Rossini Opera Festival di Pesaro
di Simona Antonucci
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Sabato 24 Agosto 2019, 22:15 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 19:55
Dal Giappone e dalla Nuova Zelanda, dalla Francia e dalla Russia, con mise da grand soirée o da battaglia, armati di bloc notes o di “blocchi” di gioielli, sono stati 16.500 gli spettatori che hanno partecipato alla quarantesima edizione del Rossini Opera Festival  di Pesaro (dall’11 al 23 agosto) quest’anno in versione Extralarge per celebrare l’anniversario di una collaborazione unica al mondo tra un vetrina teatrale, un’Accademia per nuovi talenti e un’istituzione scientifica, la Fondazione che gestisce il lascito del compositore.

Gli incassi hanno sfiorato un milione e duecento mila euro, in aumento gli stranieri (il 62 per cento del pubblico, da 36 nazioni di tutti i continenti) e la stampa (167 giornalisti accreditati). Notevole l’impegno della Rai. RadioTre ha diffuso in diretta le opere principali. E in collaborazione con Rai Cultura - della quale fa parte anche l'Orchestra Sinfonica della Rai, compagine principale del ROF - Rai5 ha registrato
Semiramide, che sarà diffusa in differita in autunno. Successi e record, frutto del lavoro lungo e paziente, cui il musicologo appena scomparso Bruno Cagli ha dedicato la vita, che ha portato alla pubblicazione delle opere di Rossini, a ritrovamenti clamorosi di alcune composizioni considerate perdute come “Il viaggio a Reims” o il finale tragico del “Tancredi”, alla consapevolezza di titoli dimenticati quali Torvaldo e Dorliska o Demetrio e Polibio, in cartellone in questi giorni. Ricerca e passione che hanno restituito un’immagine quanto più fedele del musicista e trasformato Pesaro “in un punto di riferimento nel mondo”, come dice Juan Diego Flòrez, tra i più grandi tenori rossiniani viventi, protagonista del gala, sold out alla Vitrifrigo Arena e trasmesso in piazza, a pochi metri dalla spiaggia, con migliaia di persone in coro neanche fosse un “Jova Beach” del belcanto.

Una festa che ha concluso una maratona di appuntamenti. Tre le opere in calendario: una monumentale “Semiramide”, diretta dal maestro Michele Mariotti, acclamato con una rock star (sarà sul podio a Roma, a novembre con l’Idomeneo di Mozart, regia di Carsen), “Demetrio e Polibio” che Rossini raccontò di aver composto a tredici anni senza neanche sapere che sarebbe diventata un’opera (regia onirica di Livermore e la bacchetta di Arrivabeni) e l’esilarante e prezioso “Equivoco stravagante” proposto dalla coppia di registi Leiser e Caurier, considerati i Gilbert and George della lirica. A completare il calendario, la serata di Gala, diretta dal Maestro Carlo Rizzi con alcuni dei maggiori interpreti rossiniani: un cast internazionale e prestigioso che a sipario chiuso si è trasferito a casa Tittarelli (tra le famiglie che sostengono il festival).

Tra gli ospiti, la senatrice Liliana Segre, Angela Meade, soprano di riferimento del Metropolitan, alla sua prima esibizione al Rof (con collier di Cartier impressionante) che ha cantato la grande scena di Ermione, opera che porterà al San Carlo a novembre, Juan Diego Florez, star anche al dinner, Lawrence Brownlee, tenore americano e del mondo, Franco Vassallo, che al Gala ha cantato la cavatina di Figaro, Paolo Bordogna basso buffo rossiniano per eccellenza, il regista Pier Luigi Pizzi, che il prossimo anno farà Moïse et Pharaon, Rosetta Cucchi regista pesarese e direttrice artistica del festival di Wexford, in Irlanda.
«Siamo molto soddisfatti dei risultati e anche dell’atmosfera -  dice il presidente del Rof Daniele Vimini - e siamo convinti anche della formula del festival: le riscoperte sono state quasi interamente completate ma continuare a fare Rossini ai massimi livelli è la chiave per far sì che il mondo continui a venire a Pesaro».

Spenti i riflettori si annuncia la prossima stagione: tra l’8 e il 21 agosto 2020 il festival proporrà tre nuove produzioni: Moïse et Pharaon (direttore Sagripanti; regista Pizzi); Elisabetta regina d’Inghilterra (direttore Pidò, regista Livermore); La cambiale di matrimonio (direttore Korchak, regista Dale).
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