I SUCCESSI
Chiude Rock in Roma, mettendo in conto comunque i successi non solo dei Red Hot ma anche di Mannarino, di Marylin Manson e dei Kasabian, e restando appuntamento centrale dell'Estate romana, anche in un'annata decisamente al ribasso con molte manifestazioni in difficoltà e i bandi lanciati con estremo ritardo.
Lo fa con l'ultimo appuntamento con una band di richiamo, gli Offspring, vessilliferi di un punk energico. «Il punk vive ancora assicura il frontman Dexter Holland Contiene un messaggio che non senti in nessun altro genere, un messaggio che coinvolge i ragazzi e tutte le persone alle quali storicamente non si dà purtroppo ascolto». Con oltre trent'anni di attività alle spalle la formazione californiana non rinuncia a guardare al futuro: «Nel 2018 uscirà un nuovo disco assicura Dexter Holland -. Volevamo fermarci per dedicarci all'album, ma ci sono sempre richieste di concerti, così lavoriamo fra un tour e l'altro. Per ora ci sono quattro canzoni pronte».
IL PERSONAGGIO
Nel frattempo, Dexter che ha 51 anni, ha trovato anche modo di laurearsi in biologia molecolare: «Avevo voglia di finire i miei studi racconta. Ci ho messo cinque anni». In particolare gli studi di Dexter sono focalizzati sull'Aids: «Già prima di lasciare l'Università lavoravo sull'hiv. Nel frattempo sono stati fatti molti progressi, ma purtroppo la gente soffre ancora moltissimo, specie in Africa». Come il dottor punk Dexter Holland riuscirà a destreggiarsi fra rock e biologia resta un mistero, intanto eccolo pronto a scendere in pista nell'ultimo appuntamento di Rock in Roma.
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