Robbie Williams torna con The heavy entertainment show

Robbie Williams torna con The heavy entertainment show
di Rita Vecchio
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Giovedì 10 Novembre 2016, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 19:03

Robbie Williams ritorna più carico che mai, definendosi maturo e in pace con se stesso. Lui che l’entertainment ce l’ha nel sangue (e anche scritto «sul passaporto»), ha le idee ben chiare: divertire il pubblico. E il suo disco, così, diventa, “divertissement”. The Heavy Entertainment Show è uscito da qualche giorno. Sedici tracce in totale (se si considerano le cinque della deluxe) anticipate dal singolo “Party Like A Russian”.

«Volevo un disco commerciale che arrivasse a tutti. E ho scelto le canzoni tra più di ottanta pezzi», dice ai giornalisti durante il suo incontro a Milano prima di salire come ospite sul palco di XFactor con il pezzo “Love My Life” (secondo singolo da oggi in radio) dedicato ai figli, scritta da lui e Johnny McDaid (Snow Patrol) con Gary Go. «Sono cambiato grazie alla mia famiglia. Con loro la mia vita è più bella».

Disco di intrattenimento, ma di impatto, che viaggia tra ritornelli, cori, suoni orchestrali per un pop rock decisamente elegante. E che rivede il sodalizio artistico con Guy Chambers: con lui ha firmato i suoi più grandi successi dal 1996, quando, ex oramai dei Take That, andò nell’appartamento malridotto di un songwriter di scarso successo a scrivere canzoni per sfondare come solista, e riuscendoci con “Angels”. «Che poi, dopo avere scelto accuratamente le tracce, mi sono reso conto che non somigliano per nulla a quelle che si sentono in radio adesso. “Commerciali” lo sarebbero state nel 2003 e non oggi».

La title track del disco è una canzone con la “presenza immaginaria” di Serge Gainsbourg e Sergei Prokofiev. E tantissime le collaborazioni: John Grant (duetto in “I Don’t Want To Hurt You”) e Rufus Wainwright con il featuring in “Hotel Crazy” («unici entrambi e musicalmente affini»), Stuart Price (“Bruce Lee” e “Sensitive”), Ed Sheeran (“Pretty Woman”), Brandon Flowers dei The Killers (“Mixed Signals”). Del tormentone del “secondary ticketing” non dice nulla (anche perché forse non sa nulla).

Il suo tour di stadi in Europa è previsto per il 2017. E con LiveNation, giustappunto. Ventinove concerti in diciotto paesi che partono all’Etihad Stadium di Manchester il 2 giugno e che si chiuderà a Mosca. Special guest, gli Erasure. Tra queste anche l’unica data italiana: quella del 14 luglio allo Stadio Bengodi di Verona. Sembrano lontani anni luce i tempi dei Take That per una carriera scandita da successi. L’ultimo è il BRITs Icon Award (che ha ricevuto al Troxy di Londra pochi giorni fa), lo stesso che fu dato ad Elton John e David Bowie. «Sono onorato di ricevere questo riconoscimento. Ma devo imparare a non schivare i complimenti». E se gli si chiede qual è il segreto del successo, risponde: «A volte penso sia tutto un sogno. Sono quello che sono, senza nessun rimpianto. Nemmeno quando mangio la cioccolata».

 

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