Rino Gaetano, dodici artisti lo rileggono in un album: ciascuno nel proprio stile

Rino Gaetano
di Fabrizio Zampa
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Mercoledì 5 Maggio 2021, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 04:52

Sono passati quasi quarant'anni da quel 2 giugno del 1981 che segnò il breve ma significativo percorso di  Rino Gaetano: il geniale cantautore nato a  Crotone e cresciuto a Roma da quando era decenne, scomparve in un incidente stradale sulla via Nomentana. Fu una tragedia per molti, dalla sorella Anna a tanti cantautori romani con i quali si era fatto strada, da Antonello Venditti a Francesco De Gregori e Ernesto Bassignano, ma anche ad altri artisti con cui ha collaborato, da Marcello Casco che lo introdusse al cabaret a Carmelo Bene che lo fece recitare nel suo Pinocchio e nei testi di Vladimir Vladimirovič Majakovskij. Diplomato in ragioneria (il padre lavorava in banca e gli aveva procurato un posto) Salvatore Antonio Gaetano amava la musica più di ogni altra cosa. Aveva uno stile semplice e concreto, una vena ricca di ironìa, tanto humour, tanta denuncia sociale nascosta fra le righe dei suoi testi, un modo di scrivere canzoni attento, disincantato e avanti sui tempi, anzi forse troppo avanti, e quando se ne andò non ancora trentunenne (avrebbe festeggiato il compleanno il seguente 29 ottobre) lasciò una serie di brani che sono riimasti nella memoria  collettiva, sia perché erano belli e pieni di fantasia e sia soprattutto perché volavano alto, da Mio fratello è figlio unico a Gianna, Berta filava, Il cielo è sempre più blu, Aida, Nuntereggae più e via di questo passo.

La band Ciaorino - A portare avanti nel tempo la sua produzione, che recentemente è stata riscoperta e apprezzata da un foltissimo pubblico delle nuove generazioni, ha pensato negli anni la band Ciaorino, forte del sostegno di Anna e del musicista Alessandro D’Orazi, nacque facendosi una semplice domanda: meglio seguire le tendenze del momento e fare musica banale e sciatta oppure recuperare canzoni che hanno precorso i tempi, sono ancora attualissime e per di più hanno il dono di far pensare e sorridere chi le ascolta? E nel tempo, oltre al gruppo, sono stati tanti altri grossi nomi a rileggere le sue composizioni in mille diverse occasioni. Adesso però arriva un album che rende omaggio a Gaetano e nel quale dodici musicisti e cantautori interpretano, ognuno a modo suo, con il proprio stile e il proprio modo di arrangiare e interpretare i pezzi, altrettanti brani di Rino. L'omaggio comincia dal titolo del disco, Ad esempio a noi piace Rino. Esce l'11 maggio ma si possono già prenotare, costo 12 euro, le prime cento copie, numerate e con un regalo, una penna da chitarra, che dà la possibilità di vincere il disegno originale della copertina, un ritratto del cantautore opera del suo vecchio amico Ernesto Bassignano e che potete vedere nell'allegata photogallery.

L'album - Pubblica l'album l'etichetta Isola Tobia Label (trovate altri dettagli sul sito: www.isolatobialabel.com) e il suo direttore artistico Carlo Mercadante spiega tutto.  «In un anno vissuto tra zone rosse, restrizioni e necessità e durante il quale noi musicisti siamo stati duramente colpiti - dice - capita di sentirsi fortunati grazie a un progetto caduto fra le mani all’improvviso e che, per una serie di eventi favorevoli, è stato portato a termine con grande soddisfazione.

Avevamo bisogno di fare squadra e abbiamo trovato l’occasione giusta. Me ne sono ancor di più reso conto quando, concluso il lavoro, con le cuffie alle orecchie ho ascoltato la tracklist definitiva e ho pensato che sì, in un periodo come quello che stiamo vivendo, questo progetto ci ha ridato fiato e libertà. Siamo tanti, così diversi, eppure sembra un album realizzato da un unico interprete».

La tracklist - Eccovi subito la tracklist con i titoli delle canzoni e i relativi interpreti e musicisti: Spendi Spandi effendi (protagonista il cantautore Porfirio Rubirosa, ovvero Giovanni Albanese da San Donà di Piave,voce, ukulele, chitarra, con i tre musicisti di His Band), Tu forse non essenzialmente tu (lo propone Jacopo Perosino, cantautore di Asti, chitarra e tastiere, con Andrea “Neura” Nejrotti Perosino al pianoforte, organo, batteria elettronica, basso, synth, e Thomas Newton all’armonica), I tuoi occhi sono pieni di sale (nella versione della vocalist e chitarista Miriam Foresti, con Alan Malusà Magno all’oud, percussioni e arrangiamento), Agapito Malteni il ferroviere (morbida parabola di un giovane macchinista, con la voce di Gerardo Tango, da Canosa di Puglia, il sax baritono di Gaemaria Palumbo, le chitarre e il basso di Carmine Terracciano e la batteria di Piero D’Anna), Cogli la mia rosa d’amore (con la band dei Vorianova: Biagio Di Gesaro, voce; Luca Di Martino, chitarre; Alessandra Macellaro La Franca, synth; Fabrizio Pezzino, programmazione drum; Mariano Tarsilla, basso; Gloria Grisanti, voce; Leonardo Bruno, programmazione archi e synth).

Andiamo avanti con Io scriverò (protagonisti il chitarrista e vocalist Lorenzo De Gennaro, da Caserta, e il vocalist e arrangiatore Saverio D’Andrea), Fabbricando case (della folta band Skaperol, da Rieti, arrangiato e eseguito dal vocalist Alberto Di Biagio con Simone Fusiani al sax, Sandro Pennacchini alla tromba, Luca Di Biagio al trombone, Stefano Piermarini alla chitarra,  Alberto Pulcinelli al basso elettrico, Enrico Brunori alla batteria e Marco Cuppari alle percussioni), Supponiamo un amore (nella versione e arrangiamento della vocalist, chitarrista e pianista Liana Marino, fiorentina cresciuta a Campobasso, e del bassista e batterista Paolo Rigotto), Mio fratello è figlio unico (di hUMANOALIENO, cioè il vocalist Macs Villucci, il chitarrista Gianluca Rotunno, il bassista Franz Miele, il pianista e organista Alfredo Iannelli e il batterista Paolo Scotti), Sei ottavi (il vocalist, chitarrista, bassista e tastierista Mizio Vilardi e la vocalist Antonella Vilardi, entrambi pugliesi di Molfetta), La festa di Maria (CubeLoose, band con Vittorio Fontana, voce, shaker, bongos, timpano, arrangiamenti; Vincenzo Riccio, chitarra classica; Davide Mengarelli, pianoforte;  Francesco Saverio Capo, contrabbasso, violoncello, trombone, piatti, arrangiamento), e Sfiorivano le viole (del direttore artistico di Isola Tobia Label Carlo Mercadante, voce, con il chitarrista Giuseppe Scarpato, il bassista Matteo Giannetti, il batterista Paolo Baglioni e i cori di Martina Angeletti e Yvonne Pagano). E per chi acquista il disco fisico (ovvero non la versione digitale) c’è anche una ghost track: intitolata Difficoltà di registrazione in zona rossa, è un mix di interventi musicali che Mercadante e Ernesto Bassignano si scambiano e si rilanciano sul tema “la donna mia”.

La dedica - Nel libretto del disco c’è anche un bigliettino dei tempi dello storico Folkstudio, il locale gestito da Giancarlo Cesaroni che ha visto nascere la scuola romana della canzone d'autore e tante altre avventure musicali (lì, per dirne una, all'epoca de L'altra Domenica, trovammo la coppia Otto & Barnelli, e davanti al club, in mezzo a via Garibaldi, pieno Trastevere, registrammo il primo concerto che vide Paolo Conte cantare dal vivo con la sua band) e nel quale Gaetano si affacciava spesso. Bassignano l'ha ripescato in uno dei suoi archivi. Dice: «Carissimo Rino, ma te lo ricordi quel pomeriggio di domenica in via Sacchi quando, di nascosto dal boss Cesaroni, ti buttai sul palco e mi facesti ascoltare le prime tue ballate dedicate al tuo povero amico Renzo e al mitico ferroviere Agapito Molteni “che portava il suo treno lungo il Tavoliere”? Sì? Non avevo dubbi: fu una domenica pomeriggio in cui diventammo cari e veri amici e non ci lasciammo fino a due giorni da quella notte maledetta… Volevi portarmi a Mentana a vedere la tua casa nuova, ma purtroppo non la vidi mai…”

Che volete di più per 12 euro e un saporito viaggio in alcune delle più belle canzoni di Rino?

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