Il Quartetto Emerson sale in cattedra alla Sapienza

Il Quartetto Emerson
di Luca Della Libera
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Lunedì 18 Novembre 2019, 17:14
Il Quartetto sale in cattedra alla Sapienza con Dvorak, Bartok e Beethoven. Domani, martedì 19 novembre alle 20.30 nell’Aula Magna l’ospite della Istituzione Universitaria dei Concerti è il Quartetto Emerson, uno degli ensemble da camera di maggior prestigio degli ultimi decenni, vincitore di nove Grammy, di tre Gramophone Awards. Nel 2016 la Universal ha dedicato all’Emerson per il 40° anniversario un box di ben 52 CD con tutte le sue registrazioni effettuate per una delle case discografiche più prestigiose in ambito classico, la Deutsche Grammophon.
Formatosi a New York, l’Emerson è quartetto in residence dello Smithsonian Institution di Washington D.C. e i suoi quattro componenti insegnano alla Stony Brook University: è dunque l’espressione  della raffinata cultura delle più prestigiose istituzioni e università della east coast americana. I membri del quartetto sono i violinisti Eugene Drucker e Philip Setzer, il violista Lawrence Dutton e il violoncellista Paul Watkins, subentrato nel 2013. Un loro tratto distintivo è che i due violinisti si alternano nella parte di primo e secondo violino.

Di Antonin Dvorák il Quartetto n. 12 op. 96 “Americano”: è il più bello e più noto dei quartetti del compositore ceco ed ha una stretta relazione col paese da cui proviene l’Emerson, dato che fu scritto in America negli anni in cui Dvorak dirigeva il Conservatorio di New York. Anche l’ungherese Béla Bartók era un attento studioso della musica popolare, ma nel suo Quartetto n. 5 del 1934 i riferimenti al folclore, seppure presenti, passano in secondo piano rispetto alle sonorità taglienti e alle furiose ebbrezze ritmiche di questo brano del periodo dell’espressionismo.
Chiuse il concerto il Quartetto op. 59 n. 2 di Beethoven  che fa parte dei tre dedicati al conte Rasumowsky, ambasciatore di Russia a Vienna e grande appassionato del quartetto, al punto da fondarne uno egli stesso, in cui suonava la parte del secondo violino. Nel 1806 commissionò tre Quartetti a Beethoven, ponendo come condizione che usasse alcuni temi tradizionali russi: dunque pure qui c’è un aggancio con la musica popolare, con la citazione di una famosa melodia russa nel terzo movimento. Contemporaneo della Sinfonia “Eroica” e della Sonata “Appassionata”, questo Quartetto si collega a quei due capolavori per l’ampiezza e l’audacia della forma, per i toni appassionati, per la continua tensione drammatica, appena interrotta da brevi momenti di tregua.
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