Addio a Piergiorgio Faraglia, il cantautore romano aveva 52 anni

Addio a Piergiorgio Faraglia, il cantautore romano aveva 52 anni
2 Minuti di Lettura
Venerdì 11 Maggio 2018, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 18:15
Addio a Piergiorgio Faraglia, musicista romano di grande passione e umanità. Aveva 52 anni. In mano a lui, grande e grosso com’era, la chitarra diventava piccolina ma lui la toccava, accarezzava, coglieva in un modo unico.

LEGGI ANCHE: Rieti, rock americano e canzone italiana con Piergiorgio Faraglia

Poche note, pochissime, messe al punto giusto, al momento giusto. Acustiche o elettriche che fossero poco importava. Le aveva date a tanti, da Raiz al cantautore dilettante.

E aveva scritto e cantato canzoni sue, belle, forti, dolorose, ritmiche. Sue. Si era definito rocksongwriter. “L’uomo nero” si chiamava il suo disco, con cui era arrivato secondo alle Targhe Tenco per l’opera d’esordio. Ed aveva vinto premi (Botteghe d’autore, Premio migliore interpretazione al De André) e stima, affetto, emozioni.

Da sette mesi lottava con grande risolutezza contro un cancro alla lingua.

Piergiorgio Faraglia era chitarrista, autore, cantante, fonico, suonatore di strada. Era volontario della protezione civile e di Emmaus e nella sua Umbria, a Sellano (dove aveva casa e studio di registrazione), subito dopo il terremoto aveva con altri costruito una ludoteca per i bambini della zona.

Era sensibile, pacioso ed era tonante, prorompente. Aveva prodotto anche dei bei dischi di altri, trovando in ogni artista la via maestra che aveva dentro. E davanti a ogni incertezza di musicista il suo motto fulgido, indelebile, stentoreo era sempre quello: “Nun rompe er cazzo e sona”. E forse è un motto che ognuno nella vita dovrebbe far suo.

Domani, sabato 12 maggio, dalle 9 alle 15 alla camera mortuaria dell’IFO (Via Elio Chianesi, 53) ci sarà un primo saluto a Piergiorgio. Chi vuole può portare o indossare cose colorate. I musicisti possono portare strumenti e suonare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA