Petrenko torna per la sesta volta sul podio dell'Orchestra Rai

Kirill Petrenko, direttore d'orchestra
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Domenica 7 Aprile 2019, 22:10
Due capisaldi del titanismo eroico per un gigante della musica. Torna sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai per interpretare la Terza Sinfonia di Ludwig van Beethoven e il poema sinfonico Ein Heldenleben (Vita d’eroe) di Richard Strauss Kirill Petrenko, direttore designato dei Berliner Philharmoniker e direttore musicale della Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera dal 2013.

Dopo il trionfo all'Accademia di Santa Cecilia di Roma, dove Petrenko ha diretto la Nona di Beethoven, il 4, il 5 e il 6 aprile, accolto dal pubblico in standing ovation, è atteso a Torino con un doppio concerto in programma venerdì 26 aprile alle 20, all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, con replica sabato 27 aprile alle 20.30.

Un attesissimo ritorno per il direttore russo naturalizzato austriaco, che ha debuttato con l’Orchestra Rai nel 2001 sostituendo Giuseppe Sinopoli, tragicamente scomparso, e dirigendo Der Rosenkavalier (Il cavaliere della rosa) di Richard Strauss.

Da allora sono seguiti altri quattro concerti: nel 2002 con la Settima Sinfonia di Šostakovič; nel 2003 con il Concerto per violoncello in si minore di Dvořák interpretato da Mischa Maisky e il balletto integrale L’Oiseau de feu (L’uccello di fuoco) di Stravinskij; nel 2013 – anno del bicentenario della nascita di Wagner in cui fu chiamato a dirigere il Ring des Nibelungen (L’anello del Nibelungo) a Bayreuth – con una scelta di brani dalla Götterdämmerung (Il crepuscolo degli dei); infine, nel 2016 con la Sinfonia “Haffner” di Mozart e la Sinfonia “Patetica” di Čajkovskij.

Cinque memorabili concerti, cui si aggiunge questo sesto programma “eroico”, che fanno dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai la compagine italiana che Petrenko ha diretto più volte.

Apre la serata la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 detta “Eroica” di Ludwig van Beethoven. Concepita durante oltre un biennio ed eseguita in forma pubblica al Theater an der Wien nel 1805, l’opera segna la prima folgorante affermazione della personalità del compositore, il trionfo del suo impulso a vivere con la musica il nuovo tempo e i sentimenti universalmente umani nella realtà del singolo.

Indelebile la dedica a Napoleone Bonaparte, poi cassata in un accesso di rabbia e disinganno quando nel 1804 il Primo Console, eroe della Francia rivoluzionaria, si proclamò Imperatore.

Chiude il programma Ein Heldenleben (Vita d’eroe) op. 40 di Richard Strauss, con cui l’autore concluse nel 1898 la fortunata serie dei suoi poemi sinfonici prima della svolta teatrale inaugurata con Salome nel 1905 e Elektra nel 1909. Agli antipodi dell’eroismo beethoveniano, il lavoro è una sorta di autobiografia in musica che eleva la vita di Strauss sul piano ideale di un’esistenza emblematica.

Un monumento al compositore, giunto trentacinquenne al culmine della celebrità, che ripercorre le battaglie combattute prima di riuscire ad affermare la propria autenticità di artista.
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