Pete Burns, frontman dei Dead or Alive: «Ho rischiato la vita con la mia ossessione per la chirurgia estetica»

Pete Burns
di Giacomo Perra
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Martedì 20 Settembre 2016, 20:37 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 18:40

Il declino artistico, la popolarità in discesa e, soprattutto, un centinaio di interventi di chirurgia estetica che l’hanno portato prima alla depressione e poi a mettere a repentaglio la sua stessa vita: non sono stati facili gli ultimi anni per Pete Burns, cantante e frontman dei Dead Or Alive, band in auge tre decenni fa grazie alla hit You Spine Me Round (Like a Record). Il cinquantasettenne artista britannico, che con la sua ambiguità sessuale e i suoi look stravaganti anticipò in qualche modo la rivoluzione del costume musicale portata avanti dal trasgressivo Boy George, ha raccontato il suo calvario all’emittente televisiva inglese Channel 5.
 

 

 
“Le operazioni a cui mi sono sottoposto sono probabilmente 300 - ha raccontato Burns, che si è paragonato scherzosamente a Frankestein, davanti alle telecamere della trasmissione Celebrity Botched -. Spero che, quando morirò, il buon Dio mi riconosca”.
 
La sua ossessione per la chirurgia nacque una ventina di anni fa, quando si ruppe il naso durante un concerto a Liverpool e fu “costretto” fatalmente a correre ai ripari. “Mi sono reso conto che stavo per diventare una star della tv e ho dovuto curare sempre più il mio aspetto”. Da allora, Pete, noto anche per aver partecipato nel 2006 al Grande Fratello VIP inglese, si è rifatto quattro volte il naso e due gli zigomi, senza contare i tanti interventi subiti per gonfiare le labbra, il più recente dei quali gli costò due buchi intorno alla bocca e la continua fuoriuscita di silicone.
 
Per mettere a posto le cose (ma anche per cullare l’illusione di sembrare perfetto), così, dopo aver denunciato il chirurgo e ottenuto un risarcimento, Burns, ormai sempre più simile nell’aspetto a una donna, scelse di sottoporsi ad altre duecento operazioni, che col passare del tempo gli hanno procurato diversi guai economici - nel 2014 ha dichiarato bancarotta e l’anno successivo è stato sfrattato - e clinici. “Avevo sviluppato coaguli di sangue ed embolie polmonari nelle gambe, al cuore e ai polmoni. Inoltre spesso mi comparivano segni neri sulla pelle”.
 
Prossimo a tornare sotto i ferri per un intervento ai denti, rovinati a causa di quest’ultimo problema di salute, una grana che lo stava per uccidere, nonostante i difficili trascorsi, comunque, Pete non ha certo perso buonumore e senso dell’ironia.“Ho graffette, dadi, bulloni, punti di sutura su tutto il corpo. Sono Frankenstein ma ho la massima flessibilità fisica, una cosa non comune a tutti”.
 
 
 
 
 

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