Al Gran Teatro si brinda al nuovo anno con lo “champagne” di Peppino Di Capri

Peppino Di Capri
di Gloria Satta
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Martedì 31 Dicembre 2013, 14:16 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 13:44
Sar Peppino Di Capri, protagonista stasera al Gran Teatro del grande concerto di San Silvestro, ad augurare buon anno ai romani. E, accompagnato dai suoi otto musicisti, non canterà soltanto Champagne, Luna caprese, Voce ’e notte, Roberta, Nun è peccato, Let’s twist again, St. Tropez, in una parola gli hit intramontabili che hanno costruito la sua fama internazionale: «Al pubblico farò anche qualche sorpresa, eseguirò pezzi degli altri. Posso solo anticipare che uno di questi sarà Viva la vida dei Coldplay», annuncia Peppino nella sua casa spettacolare arrampicata sulla montagna caprese davanti a un panorama mozzafiato.



«Roma», spiega il grande cantante, «è nel mio cuore, è la città dove canto sempre volentieri e dove vengono ad ascoltarmi spettatori di tutte le generazioni. Mi sento molto coccolato da questa città in cui ho fatto la gavetta cantando nei night club. Pipistrello, Club 84, Capriccio, Grotte del Piccione: negli anni Sessanta me li sono fatti tutti...oggi invece il locali riservati alla musica dal vivo scarseggiano e nelle discoteche non senti un lento nemmeno a pagarlo».



Champagne Alla vigilia della partenza per Roma, Peppino Di Capri ha voluto festeggiare, invitando a casa sua i premi Oscar e le star del festival Capri, Hollywood, i quarant’anni di una delle sue canzoni più celebri: Champagne, che il 6 gennaio del 1974 partecipò a Canzonissima. «Arrivai quinto su nove», ricorda il cantante, «e la telegara fu finta da Gigliola Cinquetti con il brano Alle porte del sole. Champagne, però, in capo a sei mesi diventò un successo strepitoso e cominciò a camminare per il mondo intero. Oggi, insieme con Roberta, rimane la mia canzone più conosciuta».



A proposito di gare: Sanremo si avvicina...«E io sono rimasto scioccato dalla selezione di quest’anno. Sui quattordici del girone principale, sei sono giovanissimi e totalmente sconosciuti. Ma come si fa a considerarli big?». C’è chi vorrebbe mandare Sanremo in soffitta e vede nei talent la vera palestra dei nuovi talenti, è d’accordo? «Preferisco i talent americani, sono più veri ed emotivamente coinvolgenti», risponde Peppino. «In Italia, invece, tutto sembra preparato e artificiale. Sul talento musicale prevale l’immagine. E trovo sbagliato far cantare i concorrenti in inglese: è impossibile scoprire la loro personalità e la timbrica vocale».



Di Capri continua ad esibirsi tutto l’anno con l’entusiasmo di un ragazzo. «Mi diverto tanto. Quando comincerò a considerare i concerti un lavoro, smetterò». Cosa augura ai romani per il 2014? «Auguro, e non solo ai romani, che il Paese si liberi dell’ansia e riesca ad affrontare questo momento difficile. Ho fiducia: ce l’abbiamo sempre fatta».
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