Paolo Conte, dopo 35 anni ritornano su vinile "cristallo" le incisioni live dei concerti europei

Paolo Conte
di Fabrizio Zampa
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Venerdì 2 Ottobre 2020, 19:06 - Ultimo aggiornamento: 19:07
Era il lontano 1985 quando Paolo Conte (che, ve lo ricordiamo, sei o sette anni prima ebbe enormi successi in Francia e in altri paesi europei, e solo più tardi in Italia) decise di registrare dai vivo una serie di concerti cominciata al Théâtre de la Ville di Parigi e conclusa in Italia con una serie di sold out al Teatro Alle Vigne di Lodi e al Teatro Morlacchi di Perugia. Adesso quei live profumati e bellissimi dell’avvocato di Asti, usciti all'epoca,  ritornano in un doppio long playing (o se preferite “33 giri”, come si diceva allora) per la prima volta pubblicato nel cosiddetto “vinile cristallo”, una qualità di vinile che fa pesare ogni album 180 grammi e riproduce al meglio il sapore analogico di quei tempi per valorizzarne la qualità originale, a volte con piccoli scratch nell'ascolto dovuti a un graffio sul disco o magari a un semplice granello di polvere sulla superficie dell’LP.

Un ricordo personale, prima di andare avanti: nel 1978 Paolo fece un concerto al Folkstudio, lo storico club di via Garibaldi dove sono passati tutti, da Francesco De Gregori a Antonello Venditti, da un Bob Dylan vagabondo in cerca di quattrini alla funambolica coppia Otto & Barnelli. Era la sua vera prima volta a Roma, ma il locale, un lungo e stretto corridoio, era troppo piccolo per contenere la folla che era in attesa di ascoltare dal vivo l’autore di “Azzurro” e di tanti altri successi. Così il concerto si fece alle quattro del pomeriggio all’aperto, appunto in via Garibaldi, al sole, e fu proprio il vostro cronista, che allora realizzava servizi per il programma di Renzo Arbore “L’altra domenica”, a riprendere quello storico live e a mandarlo in onda dopo aver superato le non poche perplessità di un Conte che giustamente non amava la televisione ma alla fine cedette alle nostre insistenze. E dal vivo il suono di un terzo di secolo fa era uguale a quello che le performance di Conte offrono oggi.

Bene, quei concerti italiani e francesi del 1985 sono un pezzo di storia della miglior musica d’autore, e all’interno della busta del "nuovo" disco (come dimenticare i ricchi, colorati contenitori dei 33 giri oggi scomparsi ma in lenta e implacabile ripresa …) c’è la fedele replica, in formato 70 X 100, della locandina originale dei concerti di Parigi. Intitolato appunto “Concerti” (per “Rolling Stones Italia” il long playing è nella lista dei 100 dischi italiani più belli di sempre), contiene brani che fanno parte da tempo del nostro immaginario, come "Via con me", "Sotto le stelle del Jazz", "Bartali", "Genova Per Noi", "Un gelato al limon", “Azzurro” e altre tracce, tutte cantate e suonate da Conte (come sempre al suo pianoforte) con la splendida formazione che lo affiancava, cioè il sassofonista Antonio Marangolo, il chitarrista Jimmy Villotti, il tastierista Mimmo Turone, il contrabbassista Ares Tavolazzi e il batterista Ellade Bandini.

Se avete bisogno di un’ultima spinta per correre a comprare il doppio album, ecco l’elenco completo, a parte quelli già citati, dei brani che troverete nei suoi solchi: da “La topolino amaranto” a “Lo zio”, “Sono qui con te sempre più solo”, “Come di”, “Dal loggione”, “La ricostruzione del Mocambo”, “La fisarmonica di Stradella”, “Alle prese con la verde milonga”, “Parigi”, “Diavolo rosso”. “Hemingway”, “Una giornata al mare”, “Il nostro amico Angiolino”, “Onda su onda”, “Boogie”. Per chi ha avuto la possibilità di vedere il film “Paolo Conte. Via con me” di Giorgio Verdelli, che purtroppo è stato nelle sale solo due giorni (ma è in programma un ritorno il 15 ottobre) ritroverà quelle atmosfere e quel gusto per il passato, per il jazz d’annata, per lo scat, per gli arrangiamenti saporiti ma rigorosi, per un sound pieno di vita, per tutti quei dettagli che da sempre sono parte essenziale del contepensiero. Per dirla in poche parole, vi aspetta un disco in grado di farvi ritrovare una felicità spesso andata perduta. Che ne dice Conte, del film e del doppio  album? Semplice: « "Ma non sarà eccessivo tutto questo clamore?».
 
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