Vent'anni fa moriva Domenico Modugno. Un museo per Mister Volare

Domenico Modugno
di Marco Molendini
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Mercoledì 6 Agosto 2014, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 16:03

Una vita per Mimmo. Si potrebbe intitolare cos l’autobiografia della signora Volare, Franca Gandolfi, bella siciliana che i incroci l’uomo della sua vita a soli 20 anni. Oggi, 64 anni dopo, le restano i ricordi, su cui vive e lei fa di tutto per alimentarli.

«Sono felice, passa il tempo e quasi aumenta l’attenzione verso di lui, è stato scoperto anche dai giovani che vanno alla ricerca delle sue canzoni meno note, mentre la sua musica viene spesso usata al cinema come è successo con Tu si ’na cosa grande usata per Gigolò o Volare scelta da Woody Allen in To Rome with love» racconta. Spiega che sta lavorando a un progetto di museo Domenico Modugno a Polignano a Mare, che proprio oggi celebra il concittadino con una maratona musicale a 20 anni dalla sua scomparsa. «Voglio che sia un museo vivo, non di quelli con il vestitino esposto. Sono quasi patetici. Bisogna ricreare un’epoca. Sfruttare le immagini. Mimmo arrivò a Roma nell’Anno Santo. Credo che Luca, suo nipote, il figlio di Sergio Modugno che se ne occuperà, abbia le idee chiare».

C’è molto materiale da mettere insieme?

«Beh, per la verità non eravamo dei tipi che ci facevano molto caso a conservare le cose. Però, ci sono dei filmati inediti che mi piacerebbe far vedere».

Qualche cimelio...

«Il premio del Festival di Sanremo del 58 per Nel blu dipinto di blu ci venne rubato verso il 1960. In compenso ho ancora il Grammy di quello stesso anno, era la prima edizione, e la targa della rivista Billboard, riconoscimento dell’industria discografica americana. Ma quello a cui tengo di più è la pubblicazione dello spartito di Tommaso d’Amalfi, il musical su Masaniello scritto con Eduardo. Abbiamo trovato un accordo con Luca De Filippo per mettere insieme musica e testo, finora c’era depositata solo la parte orchestrale».

Insomma è come se lei vivesse ancora con lui...

«Non sono mai riuscita a separarmi. Anche quando avrei voluto. L’ultima volta prima dell’ictus. Avevo deciso di dire basta. Avevo chiesto la separazione. Sono andata avanti per qualche mese poi lui si è fatto perdonare, come sempre. Come molti uomini della sua generazione, voleva la famiglia, la sua libertà e pretendeva che la moglie fosse una santa. No, non è stato facile. Ricordo le vite private di altri personaggi celebri come Bevilacqua, Montale o Guttuso. Era un’altra epoca».

Lei ha rinunciato anche alla carriera d’attrice. Glielo aveva chiesto suo marito?

«No, era troppo intelligente per farlo. Il problema è che con i figli e i suoi impegni era impossibile per me lavorare. Forse non ero abbastanza ambiziosa. Eppure mi stava andando bene».

C’è rabbia ripensando all’incoscienza con cui è stato sottovalutato il suo ictus, mentre lavorava negli studi di Mediaset?

«Oggi sarebbe successo il finimondo per una cosa così. Mentre aveva l’ictus gli dicevano prendi un’aspirina e domani ti fai controllare. Appena riusciva a stare in piedi accendevano le telecamere. E lui non era abbastanza lucido per imporsi e dire basta. Sarebbe stato sufficiente fermarsi e si sarebbe salvato, invece ha ricevuto il massimo del danno possibile. Ci siamo rivolti agli avvocati, ma ci hanno malconsigliato. Avremmo dovuto fare una denuncia per mancato soccorso».

A Lampedusa, dove dieci anni dopo quell’incidente Modugno è morto, è più tornata?

«I miei figli non ci hanno messo più piede. Io ci sono andata per tre anni e poi ho venduto la casa».

Senta signora Franca, ma Modugno come si sarebbe trovato nell’Italia di oggi, lui che gli ultimi dieci anni li ha passati facendo battaglie politiche?

«Avrebbe sofferto perla caduta atroce che c’è stata. In quei due anni e mezzo in cui è stato in Parlamento si è impegnato tantissimo, creandosi un altro tipo di vita. In fondo, quando si è ammalato ha messo in pratica qualcosa che aveva già dentro e che aveva espresso nella sua carriera scrivendo canzoni politiche come Lu minatori». Franca Gandolfi Modugno ha 81 anni. Stasera non sarà a Polignano a ricordare il marito: «Ho una piccola frattura che non mi permette di muovermi», dice.

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