Modà, tre concerti a Roma. Kekko: «La gente ci vuole bene»

Modà, tre concerti a Roma. Kekko: «La gente ci vuole bene»
di Marco Molendini
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Martedì 8 Novembre 2016, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 18:20
«Non bastano le canzoni, se siamo arrivati qua è perché siamo stati sempre noi stessi e la gente ci vuole bene». Kekko Silvestre, frontman dalla vocalità esuberante e autore dei Modà ha le idee chiare: «Alla gente piace la nostra storia». E la band, con il suo pop dalle forti linee melodiche rivestito in salsa rock, continua a viaggiare sulla cresta dell'onda. Eccoli così scendere a Roma per il debutto del nuovo tour, con tre date (domani, venerdì e sabato) praticamente esaurite (c'è ancora qualche biglietto per l'ultima sera), ottimo segnale per l'uscita prossima (il 2 dicembre) di un cofanetto riassuntivo della loro storia, con dieci inediti, praticamente un disco intero, più l'aggiunta del dvd che riproduce il live a San Siro della scorsa estate. Titolo: Passione maledetta 2.0.

«Ci raccontiamo con l'impegno che viene dalla consapevolezza del dover essere più maturi dopo ormai tredici anni di storia» dice Kekko. E spiega come, nei pezzi inediti, affronti storie personali, non necessariamente d'amore: «Sono vicende vissute in parte da me in prima persona, altre da amici, come L'ultima mano, che racconta di un amico scomparso un mese fa che era vittima del gioco, c'è un pezzo, Mamma dice sempre, che esprime il mio punto di vista sul tema delle droghe». E aggiunge Kekko: «Alcuni di questi pezzi li avevo da tempo e, proprio perché diversi dagli altri, li tenevo per me. Non volevo sentirmi dire: ora si è messo a fare il poeta impegnato».

Esclusa una corsa a Sanremo in gara («ma se ci chiamano come ospiti, siamo pronti»), i Modà resteranno in tour fino all'inizio di dicembre, poi riprenderanno il viaggio a marzo.
Ancora insieme, sempre convinti che l'unione faccia il successo: «Quando non ci saranno più i Modà non ci sarà neanche Kekko» ribadisce ancora una volta il cantante della band. E spiega: «Mi piace lavorare in gruppo, i risultati migliori si ottengono così, ascoltando le persone che ti consigliano. Non credo che W i romantici, il disco che ha segnato il nostro successo, fosse migliore di quelli precedenti, solo è stato più fortunato e segnato dalla presenza, accanto a noi, di gente che ci ha indirizzato nel modo giusto». L'individualità creativa, però, la frequenta nel ruolo di autore assai gettonato nel pop nazionale, a volte anche sfidando qualche frizione dentro al gruppo: «Si, capita che gli altri mi facciano dei cazziatoni perché ho dato una canzone a qualcun altro invece che usarla per la band». E racconta come sia successo così con Urlo e non mi senti data a Alessandra Amoroso: «Ho dovuto litigare con Zappa il nostro chitarrista. E sempre Zappa, che è il più sensibile a queste cose, mi ha rimproverato di aver dato Una finestra tra le stelle ad Annalisa. La verità è che mi piace scrivere per le donne. Ma mi sono divertito moltissimo a scrivere Almeno un po' per Francesco Renga».
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